Permessi di soggiorno, 9 arresti, anche due agenti e un mediatore culturale
Coinvolto lo scrittore ed educatore Ahmad Farhad Bitani Soldi, ma anche una prestazione sessuale, per sveltire le pratiche
● grazione, 58 e 40 anni, e altri 6 intermediari stranieri: un pakistano, due albanesi, un cinese e due marocchini. L’inchiesta, coordinata dal pm Gianfranco Colace e dal procuratore aggiunto Enrica Gabetta, è partita nel 2021 in seguito alla segnalazione di alcune «anomalie» arrivata proprio dall’ufficio Immigrazione della Questura che ha poi assicurato piena collaborazione. La Procura ha affidato le indagini alla Mobile che ha preso in esame un anno di pratiche accertando irregolarità in quelle gestite dai due agenti indagati. Nessun permesso «facile».
Stando alla tesi degli inquirenti, i componenti dell’associazione avrebbero creato un sistema che permetteva ai di mediatori e intermediari di ottenere documenti o permessi a cui avevano comunque diritto, ma in minore tempo. Non è stato accertato se i beneficiari finali (non iscritti nel registro degli indagati) fossero a conoscenza di questo «modus operandi», ma, a seconda dei casi e delle possibilità, avrebbero pagato in media circa 500 euro a testa, ma in un caso la bustarella sarebbe stata anche di mille euro. Soldi che poi venivano spartiti fra i mediatori che procuravano la clientela e i poliziotti. Non solo denaro, però. Uno dei due agenti è anche accusato di aver ricevuto in cambio del suo intervento una prestazione sessuale. I capi di imputazione contestati agli arrestati sono 34, ma la maggior parte delle pratiche intercettate dagli investigatori, guidati dal dirigente Luigi Mitola, sono state bloccate e non sono andate a buon fine. Complessivamente sono 17 gli indagati e l’interrogatorio di garanzia per i 9 arrestati è fissato per lunedì.