Corriere Torino

«Quei giovani sono impigriti dal sussidio» Ecco i ragazzi del reddito di cittadinan­za

- Di Nicolò Fagone La Zita

«Igiovani non hanno voglia di lavorare»; «preferisco­no stare a casa con il reddito di cittadinan­za»; «abbiamo cresciuto una generazion­e di bamboccion­i». Negli ultimi mesi molti imprendito­ri del Paese si sono susseguiti nei salotti televisivi per lamentarsi dei 20enni e 30enni, «colpevoli» di non volersi sporcare le mani impegnando­si nel lavoro. Una lettura della realtà che si poggia anche sul mito dei giovani mammoni. Forse perché l’età media in cui i torinesi lasciano la casa dei genitori è 30,2 anni. Per capirci: in Francia è 24 anni, in Germania 23,8. Senza arrivare ai 17,5 in Svezia. Pigrizia generazion­ale? O ennesimo indicatore economico che descrive un modello insostenib­ile?

«Igiovani non hanno voglia di lavorare»; «preferisco­no stare a casa con il reddito di cittadinan­za»; «abbiamo cresciuto una generazion­e di bamboccion­i». Negli ultimi mesi molti imprendito­ri del Paese si sono susseguiti nei salotti televisivi per lamentarsi dei 20enni e 30enni, «colpevoli» di non volersi sporcare le mani impegnando­si nel lavoro. Una lettura della realtà che si poggia anche sul mito dei giovani mammoni. Forse perché l’età media in cui i torinesi lasciano la casa dei genitori è 30,2 anni. Per capirci: in Francia è 24 anni, in Germania 23,8. Senza arrivare ai 17,5 in Svezia. Pigrizia generazion­ale? O ennesimo indicatore economico che descrive un modello insostenib­ile? In Piemonte il tasso di occupazion­e dei ragazzi tra i 18 e i 34 anni è pari al 47%, meno della metà, e si aggrava se si prende in consideraz­ione solo il capoluogo (46%, -0,7% sul 2019). I dati poi non tengono conto del precariato. Per intenderci, chi fa il rider e guadagna 600 euro al mese rientra nella casistica dei fortunati (il 47%). Il problema della disoccupaz­ione inoltre, in base ai dati delle associazio­ni del terzo settore, colpisce soprattutt­o i giovani delle periferie, i disabili, le donne, i migranti. Un aspetto che sembra mettere in dubbio il mito delle pari opportunit­à. La politica non pare riuscire ad affrontare il fenomeno in modo sistematic­o, ma sembra quasi rifugiarsi dietro l’idea che i giovani siano pigri e il RDC sia un rinforzo negativo. In Piemonte il 4,68% dei giovani (18-30 anni) percepisce il sussidio, la percentual­e più alta di tutte le regioni del Nord. Il restante 48,32% dei giovani disoccupat­i infatti lavora in nero, arricchisc­e il curriculum o non trova un impiego stabile.

Senza contare che chi ottiene il RDC non fa la bella vita. E se il minimo sindacale per tirare avanti si trasforma in uno strumento di resistenza, un mezzo che dà ai giovani un minimo di potere contrattua­le, forse il problema è un altro.

Analizzand­o i dati di Confartigi­anato si scopre inoltre

Il primato In Piemonte il 4,68% dei giovani ha il sussidio, la percentual­e più alta nel Nord

che l’italia è il Paese europeo con il maggior numero di imprendito­ri autonomi under 35. E il Piemonte, con 12.265 imprese, si colloca al secondo posto della classifica nazionale. Tradotto i giovani preferisco­no mettersi in proprio piuttosto che sottostare a condizioni al limite della legalità. «Offro 1.500 al mese, ma nessuno vuole fare il cameriere» si legge nelle interviste. Ma chissà per quante ore al giorno, con quali diritti, con che tipo di contratto. Se non si trova manodopera forse basterebbe pagarla di più.

Pare una lotta di classe: ricchi contro poveri. Una sorta di cortocircu­ito sociale in cui alla fine l’idea che i giovani siano quelli del «voglio tutto e subito» appare come un semplifica­zione eccessiva.

Un mercato in cui l’etica del lavoro si confonde con la disponibil­ità a farsi sfruttare con stage e tirocini non retribuiti e paghe da fame. Una soluzione sarà allora il salario minimo (12 euro l’ora in Germania), nonostante il «niet» delle associazio­ni datoriali?

Il lavoro è dignità e futuro, ma per i giovani oggi non è così. Meglio allora — forse pensa qualcuno — far saltare il sistema (astenendos­i) piuttosto che esserne vittima.

Famiglia

«I miei genitori erano poveri, ma alla fine qualcosa sono riusciti a costruire»

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La consegna Un rider per le strade della città
 ?? ?? I numeri
In Piemonte il tasso di occupazion­e dei ragazzi tra i 18 e i 34 anni è pari al 47%, meno della metà. I dati poi non tengono conto del precariato. Per intenderci, chi fa il rider e guadagna 600 euro al mese rientra nella casistica di chi lavora (il 47%)
I numeri In Piemonte il tasso di occupazion­e dei ragazzi tra i 18 e i 34 anni è pari al 47%, meno della metà. I dati poi non tengono conto del precariato. Per intenderci, chi fa il rider e guadagna 600 euro al mese rientra nella casistica di chi lavora (il 47%)

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