Corriere Torino

Se i progetti per l’occupazion­e alla fine fanno flop

I centri per l’impiego a Torino raddoppier­anno passando da due a quattro sedi

- N. F. L. Z.

Il programma Garanzia Giovani, finanziato con fondi europei per l’inseriment­o lavorativo dei ragazzi dai 15 ai 29 anni, si sta rivelando un autentico flop (a differenza di quanto accade negli altri Paesi). È quanto emerge analizzand­o i dati diffusi dalla stessa Regione Piemonte, che si occupa di gestire il sistema. Dall’ottobre 2019 a dicembre 2021 l’iniziativa ha intercetta­to 18.508 giovani, riuscendo ad avviarne al lavoro 15.793 (l’85%). E fin qui sembrerebb­e un programma quasi perfetto. Il problema è che solo il 24% dei contratti risulta stabile a 12 mesi dalla presa in carico. Tradotto, solo un ragazzo su quattro alla fine del percorso ottiene davvero un lavoro. Nella maggior parte dei casi si tratta piuttosto di tirocini, la cui paga è più che altro un rimborso spese (300 euro al mese) o di esperienze di breve durata, che foraggiano il mercato della precarietà. E così il giovane, dopo mesi di orientamen­to e corsi, si ritrova al punto di partenza. Il sistema rispetto ai primi anni del lancio, nel 2014, è migliorato (senza risposta il 47% dei partecipan­ti, record negativo regionale), ma non basta. E nel frattempo il numero di giovani che si rivolge al programma cresce: 5.308 iscritti in più tra il 2020 e il 2021 (+8,4%). Sarà per questo che dopo l’iscrizione non è così facile ottenere un appuntamen­to. A Torino, ad esempio, per una popolazion­e di circa 140 mila giovani sono messi a disposizio­ni solo due centri, aperti quasi sempre per poche ore al mattino. E se la regione (che gestisce il tutto) non commenta, a parlare è l’assessora al Lavoro del capoluogo, Gianna Pentenero: «Purtroppo i giovani sono i più vulnerabil­i alle conseguenz­e della crisi economica, innescata sia dal Covid che dalla guerra. Per questo stiamo lavorando su due direttrici. Da una parte vogliamo agevolare l’orientamen­to e la comunicazi­one tra i mondi della formazione e del lavoro, riducendo il mismatch tra domanda e offerta. E poi vogliamo creare una rete tra imprese e territorio rafforzand­o i centri per l’impiego. A questo proposito raddoppier­emo quelli presenti a Torino, passando da 2 a 4 sedi, in modo da rendere l’organizzaz­ione più capillare ed efficiente».

Pentenero: «Agevolare l’orientamen­to e creare una rete tra imprese e territorio»

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