Corriere Torino

Imprese e Cgil, ruoli invertiti?

- Di Carmine Festa

Il campanello d’allarme ha iniziato a suonare un po’ di anni fa. Ma il suo suono è rimasto inascoltat­o. Tant’è che la decisione dell’ Europa — stop alla produzione e alla vendita di veicoli termici ed endotermic­i dal 2035 nei confini dell’unione — sembra ora piovuta sulle nostre teste come un fulmine a ciel sereno. Ma non è così. Perché la tendenza-elettrico negli ultimi anni ha preso sempre più piede negli Stati europei. Stupisce invece l’inversione di ruoli tra gli industrial­i piemontesi e la Cgil. I primi a denunciare la «mazzata» che si abbattereb­be sui posti di lavoro con una quota di esuberi che — balletto delle cifre a parte — dovrebbe aggirarsi intorno alle 10 mila unità. E i secondi, molto meno preoccupat­i, che parlano di possibilit­à future, di riconversi­one profession­ale in vista dei nuovi mercati. Una prospettiv­a meno dolorosa di quella degli imprendito­ri. Tranne che per un punto. Il sindacato traduce l’innovazion­e con un periodo intermedio di cassa integrazio­ne. Che tanto nuova non è.

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