COMPETERE INSIEME PER VINCERE
Eppure, la nostra capacità di attrarre investimenti rimane ridotta. Per limitarsi al settore automotive, nel quale vantiamo sicuramente grandi competenze utili anche per le nuove tecnologie, perché i nuovi player, da Tesla a REE, sono per lo più rimasti lontani dall’italia?
Oggi, città e regioni competono le une contro le altre per attrarre investimenti, non accorgendosi che nessuna di esse, Milano inclusa, ha una dimensione adeguata per essere attrattiva su scala globale (oltre a dover scontare il «fattore Italia», ovvero quel grumo di condizioni istituzionali che rendono difficile e rischioso investire nel Belpaese). Potrebbe allora essere opportuno iniziare a presentare agli investitori una «Padania dell’innovazione»: un territorio più vasto, più ricco di risorse e competenze, e più vario per qualità e costo della vita, che permetterebbe di allocare grandi insediamenti in maniera ottimale sui territori, sfruttando le reti di comunicazione fisica e virtuale per gestirli.
Per esempio, una grande impresa che progettasse di venire in Italia potrebbe, anziché limitarsi a un singolo insediamento a Milano, realizzarvi il centro direzionale, portando il centro di R&S a Torino, le attività di back-office a Padova, e lo stabilimento a Modena.
Si tratta pertanto di immaginare percorsi di «coopetizione», nei quali i territori in prima battuta collaborano per attirare investimenti e insediamenti, mostrando agli investitori le diverse opportunità presenti, e poi competono tra loro per ottenerne una «fetta».