Pnrr, il Polito produrrà i prototipi
Dopo che nei giorni scorsi era stata lanciata la fondazione incaricata di gestirlo (25 università, fee d’ingresso: 100 mila euro), è realtà il centro nazionale per la ricerca nel campo della mobilità sostenibile. È uno dei cinque «campioni» finanziati con i fondi del Pnrr. La piattaforma pubblico-privata potrà contare su 394milioni di euro per i primi 3 anni, a partire da settembre. Con 696 ricercatori dedicati e 574 quelli neoassunti incaricati di esplorare le frontiere tecnologiche per immaginarsi i mezzi di trasporto del futuro. «L’incoraggiamento» del Governo ha avuto successo. Le università concorrenti si sono alleate (digerendo anche qualche malumore). Così — mentre da noi si discuteva del centro per l’intelligenza artificiale che vale «appena» 20 milioni di euro — il coordinamento nazionale di questo nuovo progetto e lo «spoke» delle batterie sono finiti al Politecnico di Milano. Non a Torino che cerca consolazione nell’assegnazione all’università della leadership nella ricerca sull’alimentazione a idrogeno e, in particolare, nel ruolo del Politecnico che guiderà due dei principali «vettori» dedicati alla «mobilità aerea» e ai «veicoli stradali sostenibili». «I due spoke coordinati dal Politecnico dovranno mettere a terra le scoperte del centro di ricerca producendo i prototipi dei veicoli», spiega la vicerettrice Giuliana Mattiazzo. In collaborazione con le aziende partner del progetto: in primis Stellantis, Iveco e Alenia.