All’asta i «tentativi fotografici» di Verga
Libri rari e autografi in un ampio catalogo di 900 lotti, tra cui un nutrito gruppo di fotografie realizzate da Giovanni Verga. È il notevole patrimonio storico artistico che andrà all’asta il 21 e il 22 giugno da Bolaffi preceduto, come di consueto, da un’esposizione negli spazi di corso Verona 34d, visitabile da oggi. Purtroppo non ci saranno, però, i 448 documenti, databili a partire dal 1878 (di cui 327 lastre alla gelatina di bromuro d’argento e 121 pellicole al nitrato di cellulosa), creati dallo scrittore siciliano, che era un grande appassionato di questa arte. Questa grande raccolta è conservata in Sicilia, ma sarà visibile online.
La passione di Giovanni Verga per la fotografia è documentata dopo che, nel 1966, furono ritrovati centinaia di negativi in un vecchio armadio di casa sua. Lo scrittore scattava per passatempo, in linea con la moda dell’epoca, ma alcuni studiosi rintracciano in questo hobby un modello per la scrittura verista. I soggetti ritratti da Verga, del resto, spesso aderiscono al mondo descritto nelle sue opere, strettamente connesso agli ambienti rurali siciliani e alla vita contadina. Lo stesso autore parlò, nelle proprie lettere, di «tentativi fotografici», perché il mezzo, in piena espansione negli anni in cui Verga crebbe e si formò, era un modo per sperimentare il racconto della realtà.
Le opere fotografiche, nel lotto 71, sono estremamente preziose e partono da una base d’asta di 200 mila euro, sono «di interesse storico particolarmente importante».
La Sicilia, però, è presente anche in carte geografiche, disegni e acquerelli nelle sezioni dedicate alla storia locale e ai viaggi. Fra i libri all’asta da Bolaffi c’è anche il primo volume sul tennis, Trattato del giuoco della palla, pubblicato a Venezia nel 1555 (lotto 20, base d’asta di seimila euro), oltre a un gruppo di incunaboli che rappresenta gli albori della stampa: la prima edizione dell’expositio in libro Posteriorum Aristotelis, stampata a Venezia nel 1477 (base 10 mila euro), o un trattato di mnemotecnica considerato il progenitore della moderna informatica, l’ars generalis ultima di Raimondo Lullo del 1480 (base 15 mila euro). Tra gli autografi più rari ci sono una firma del sovrano inglese Enrico VIII (base 15 mila), una foto con dedica di Cajkovskij (base 4mila) e un gruppo di memorabilia e autografi riferiti alle imprese di Gabriele D’annunzio.
Foto, lastre e pellicole
Sono 448 i documenti recuperati: servivano da «modello» per la sua scrittura verista