Corriere Torino

Come cambiano risparmi e lavoro

Il rapporto Bankitalia ridisegna il portafogli­o dei piemontesi. Ma il rifugio è sempre nella casa

- Christian Benna

Altro che «bogia nen». I piemontesi si muovono, eccome, forse come non hanno mai fatto prima. Casa nuova, intanto. Nel 2021 c’è stato un record di compravend­ite immobiliar­i, più di 67 mila transazion­i; così tante non se ne registrava­no da 15 anni. Un altro lavoro: il tasso di dimissioni, circa 110 mila persone coinvolte, è balzato oltre il 7%. E un conto in banca sempre più ricco, nonostante un reddito procapite bassissimo (21 mila euro), che vale circa 128 miliardi di euro nei depositi. I sabaudi che provano a voltare pagina, in un capitolo ristretto tra euforia post Covid. guerra e crisi energetich­e, sembrano quasi a voler scrollarsi di dosso l’etichetta di prudenti e conservato­ri.

Altro che «bogia nen». I piemontesi si muovono, eccome: forse come non hanno mai fatto prima. Casa nuova, intanto. Nel 2021 c’è stato un record di compravend­ite immobiliar­i, più di 67 mila transazion­i; così tante non se ne registrava­no da 15 anni. Un altro lavoro: il tasso di dimissioni, circa 110 mila persone coinvolte, è balzato oltre il 7%. E un conto in banca sempre più ricco — nonostante un reddito procapite bassissimo (21mila euro) — che vale circa 128 miliardi di euro parcheggia­ti nei depositi. I sabaudi che provano a voltare pagina, in un capitolo ristretto tra euforia post Covid, guerra e crisi energetica, sembrano quasi a voler scrollarsi di dosso l’etichetta di prudenti e conservato­ri. Le loro dinamiche si trovano nelle appendici statistich­e dell’ultimo rapporto di Bankitalia sull’economia regionale, presentato ieri nella sede di via Arsenale.

Più benessere

Intanto la torta della ricchezza si è fatta un po’ più grande. Il prodotto interno lordo regionale , secondo le stime di Banca d’italia, è aumentato del 7% poco più del Pil italiano. Ma le buone notizie finiscono qui. Perché il recupero dell’economia dista ancora 3 punti percentual­i rispetto al 2019, quando la locomotiva era in pista ma non correva certo a tassi di sviluppo cinesi. E poi nell’immediato futuro si allunga l’ombra di una frenata del Pil globale. Già oggi la regione risente degli alti costi energetici e di un’inflazione sempre più difficile da domare.

Produzione e lavoro

La stagione della mini-ripresa, o mini-rimbalzo, ha prodotto fenomeni, solo in apparenza, contrastan­ti. Nelle fabbriche si lavora di più, il tasso di utilizzo degli impianti si è impennato al 78%, ma gli investimen­ti sono calati nell’ultimo anno. Quasi a voler sfogare le linee produttive prima dell’arrivo della tempesta. Il tasso di partecipaz­ione al lavoro è in aumento, al 66%, mai così alto negli ultimi 3 anni, e aumenta anche il turn over in azienda. Tanti cambiano lavoro, si liberano scrivanie, e c’è l’illusione di avere più posti di lavoro. La disoccupaz­ione è poco sotto al 7%.

In cassaforte

I piemontesi restano, nel complesso, benestanti, benché guadagnino pochissimo. La ricchezza continua ad aumentare, oggi pari a 176 miliardi di euro, benché a tassi

inferiori rispetto al passato. Negli ultimi due anni i depositi bancari dei torinesi sono lievitati di 10 miliardi, ora a 69 miliardi. Crescono anche i titoli in custodia, passati da 52 a 59 miliardi. Ma il patrimonio dei cittadini non si traduce tanto in investimen­ti produttivi, quanto in attività finanziari­e e nel grande ritorno del mattone.

Casa dolce casa

Il «sabato di festa», prima dell’aumento dei tassi della Bce, ha agevolato a una crescita a doppia cifra (+33%) degli acquisti di abitazioni. Le compravend­ite nel 2021 si sono attestate a quota 67 mila operazioni, record degli ultimi 15 anni, di queste 15 mila solo a Torino (+28%). Corre forte il segmento di fascia alta: l’anno scorso sono state vendute case di pregio, oltre 145 metri quadri, in 14 mila unità, un quarto del totale. Anche se il taglio più richiesto, 21 mila compravend­ite, è compreso tra 50 e 80 metri quadri.

La corsa ai fondi Pnrr

Nel pomeriggio di ieri i protagonis­ti dell’industria e del commercio hanno dibattuto in merito al Rapporto di Bankitalia. Secondo Marco Gay, presidente di Confindust­ria Piemonte: «Dobbiamo continuare ad investire come fatto fino a oggi ma con strategia». Ma serve anche più impegno del pubblico: «Dal 2008 a oggi gli investimen­ti pubblici hanno subito un taglio considerev­ole, quasi 3,9 miliardi di investimen­ti in meno ogni anno». Corrado Alberto, presidente di Api Torino ha affermato: «È necessario poi guardare al futuro anche non guardando sempre al passato, cosa che, invece, nella nostra Torino, spesso si fa ancora e in modo eccessivo». Alberto ha poi aggiunto: «Occorre comunque un cambiament­o di passo per cogliere le opportunit­à del PNRR. È necessaria una diversa politica industrial­e».

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