Come cambiano risparmi e lavoro
Il rapporto Bankitalia ridisegna il portafoglio dei piemontesi. Ma il rifugio è sempre nella casa
Altro che «bogia nen». I piemontesi si muovono, eccome, forse come non hanno mai fatto prima. Casa nuova, intanto. Nel 2021 c’è stato un record di compravendite immobiliari, più di 67 mila transazioni; così tante non se ne registravano da 15 anni. Un altro lavoro: il tasso di dimissioni, circa 110 mila persone coinvolte, è balzato oltre il 7%. E un conto in banca sempre più ricco, nonostante un reddito procapite bassissimo (21 mila euro), che vale circa 128 miliardi di euro nei depositi. I sabaudi che provano a voltare pagina, in un capitolo ristretto tra euforia post Covid. guerra e crisi energetiche, sembrano quasi a voler scrollarsi di dosso l’etichetta di prudenti e conservatori.
Altro che «bogia nen». I piemontesi si muovono, eccome: forse come non hanno mai fatto prima. Casa nuova, intanto. Nel 2021 c’è stato un record di compravendite immobiliari, più di 67 mila transazioni; così tante non se ne registravano da 15 anni. Un altro lavoro: il tasso di dimissioni, circa 110 mila persone coinvolte, è balzato oltre il 7%. E un conto in banca sempre più ricco — nonostante un reddito procapite bassissimo (21mila euro) — che vale circa 128 miliardi di euro parcheggiati nei depositi. I sabaudi che provano a voltare pagina, in un capitolo ristretto tra euforia post Covid, guerra e crisi energetica, sembrano quasi a voler scrollarsi di dosso l’etichetta di prudenti e conservatori. Le loro dinamiche si trovano nelle appendici statistiche dell’ultimo rapporto di Bankitalia sull’economia regionale, presentato ieri nella sede di via Arsenale.
Più benessere
Intanto la torta della ricchezza si è fatta un po’ più grande. Il prodotto interno lordo regionale , secondo le stime di Banca d’italia, è aumentato del 7% poco più del Pil italiano. Ma le buone notizie finiscono qui. Perché il recupero dell’economia dista ancora 3 punti percentuali rispetto al 2019, quando la locomotiva era in pista ma non correva certo a tassi di sviluppo cinesi. E poi nell’immediato futuro si allunga l’ombra di una frenata del Pil globale. Già oggi la regione risente degli alti costi energetici e di un’inflazione sempre più difficile da domare.
Produzione e lavoro
La stagione della mini-ripresa, o mini-rimbalzo, ha prodotto fenomeni, solo in apparenza, contrastanti. Nelle fabbriche si lavora di più, il tasso di utilizzo degli impianti si è impennato al 78%, ma gli investimenti sono calati nell’ultimo anno. Quasi a voler sfogare le linee produttive prima dell’arrivo della tempesta. Il tasso di partecipazione al lavoro è in aumento, al 66%, mai così alto negli ultimi 3 anni, e aumenta anche il turn over in azienda. Tanti cambiano lavoro, si liberano scrivanie, e c’è l’illusione di avere più posti di lavoro. La disoccupazione è poco sotto al 7%.
In cassaforte
I piemontesi restano, nel complesso, benestanti, benché guadagnino pochissimo. La ricchezza continua ad aumentare, oggi pari a 176 miliardi di euro, benché a tassi
inferiori rispetto al passato. Negli ultimi due anni i depositi bancari dei torinesi sono lievitati di 10 miliardi, ora a 69 miliardi. Crescono anche i titoli in custodia, passati da 52 a 59 miliardi. Ma il patrimonio dei cittadini non si traduce tanto in investimenti produttivi, quanto in attività finanziarie e nel grande ritorno del mattone.
Casa dolce casa
Il «sabato di festa», prima dell’aumento dei tassi della Bce, ha agevolato a una crescita a doppia cifra (+33%) degli acquisti di abitazioni. Le compravendite nel 2021 si sono attestate a quota 67 mila operazioni, record degli ultimi 15 anni, di queste 15 mila solo a Torino (+28%). Corre forte il segmento di fascia alta: l’anno scorso sono state vendute case di pregio, oltre 145 metri quadri, in 14 mila unità, un quarto del totale. Anche se il taglio più richiesto, 21 mila compravendite, è compreso tra 50 e 80 metri quadri.
La corsa ai fondi Pnrr
Nel pomeriggio di ieri i protagonisti dell’industria e del commercio hanno dibattuto in merito al Rapporto di Bankitalia. Secondo Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte: «Dobbiamo continuare ad investire come fatto fino a oggi ma con strategia». Ma serve anche più impegno del pubblico: «Dal 2008 a oggi gli investimenti pubblici hanno subito un taglio considerevole, quasi 3,9 miliardi di investimenti in meno ogni anno». Corrado Alberto, presidente di Api Torino ha affermato: «È necessario poi guardare al futuro anche non guardando sempre al passato, cosa che, invece, nella nostra Torino, spesso si fa ancora e in modo eccessivo». Alberto ha poi aggiunto: «Occorre comunque un cambiamento di passo per cogliere le opportunità del PNRR. È necessaria una diversa politica industriale».