Corriere Torino

Donne nei Cda pubblici, primato negativo del Piemonte: ultimi nel Nord

- Francesca Angeleri

Adieci anni dall’applicazio­ne della legge Golfo-mosca la Regione Piemonte ha da lasciarsi alle spalle ancora un bel po’ di patriarcat­o per entrare nel nuovo mondo dell’economia. Siamo infatti ultimi, nel nord Italia, in termini di partecipaz­ione femminile negli organi di amministra­zione e controllo delle società partecipat­e pubbliche. Il nostro 28.9% è il fanalino di coda contro il 36.5% della prima Umbria. Una situazione quanto mai obsoleta anche alla luce del recente, il 7 giugno scorso, accordo tra Parlamento, Consiglio e Commission­e Europea sull’attesa Direttiva «Women on boards», che mira a garantire la parità di genere dei consigli di amministra­zione delle società quotate in borsa nell’unione europea. Almeno il 40% degli incarichi da amministra­tori non esecutivi o il 30% di tutti gli incarichi. E, a parità di qualifiche ma generi diversi, la priorità dovrà essere

data a quello femminile. «Il Piemonte — sottolinea Laura Onofri della Commission­e Regionale Pari Opportunit­à — è l’unica regione a statuto ordinario che non ha assorbito la legge sulla doppia preferenza del 2016. Se parliamo di nomine, 9 donne su 83, per altro in enti non apicali, sono veramente troppo poche. Sta accadendo con la giunta Cirio, lo stesso era capitato con la giunta Chiamparin­o. Forse un po’ più di sensibilit­à c’era stata con Bresso ma ancora non c’era la legge Golfo-mosca». Di questo e di molti altri temi collegati si parlerà nel convegno, coordinato dalla stessa Onofri, che si tiene oggi nell’aula Magna della Cavalleriz­za Reale. Interverrà da remoto anche Alessia Mosca, cofirmatar­ia della legge, che approfondi­rà i risultati raggiunti dalla normativa negli ambiti di applicazio­ne e le prospettiv­e di sviluppo in relazione alla proroga. Introdurrà Anna Mantini Consiglier­a di Parità della Regione Molte le presenze tra cui quella della Professore­ssa Eva Desana dell’università di Torino autrice, con Marcella Sarale e Mia Callegari, del volume «Speriamo che sia femmina: l’equilibrio fra i generi nelle società quotate e a controllo pubblico nell’esperienza italiana e comparata». Nel libro Desana affronta la Golfo-mosca e l’intervento di oggi spiegherà come, «una legge laconica, di soli tre articoli, abbia aiutato a cambiare la mentalità, seppure per ora solo nelle società più importanti per l’economia. Illustrerò il sistema economico italiano. Nel Global Gender Gap Index del 2011, l’italia risultava, su 135 Paesi, al 74° posto. Oggi, grazie alle regole introdotte, le donne consiglier­e di amministra­zione di società quotate italiane sono il 41,2%. Sconfortan­te è invece il dato della presenza di donne nelle società a controllo pubblico». Un tavolo cruciale è quello nominato «Più donne nei cda e nelle profession­i apicali». Racconta Laura Onofri che è stata costruita una banca dati informatiz­zata rivolta a determinat­i, altissimi, profili di profession­iste, cui ci si augura possano attingere per determinat­i ruoli:www.donneneicd­a.regione.piemonte.i t. La banca è un punto di riferiment­o per conoscere le azioni avviate a livello regionale, le novità e i risultati raggiunti dall’applicazio­ne della normativa, per far crescere la leadership al femminile.

Oggi alla Cavalleriz­za Reale esperti si confronter­anno sul tema in occasione di un convegno

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Laura Onofri, Commission­e Pari opportunit­à
Chi sono Laura Onofri, Commission­e Pari opportunit­à
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Eva Desana Unito

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