Corriere Torino

Addio cemento e mattoni Case in canapa e paglia

Progetto del Politecnic­o nel parco Le Serre di Grugliasco

- Di Massimo Massenzio

Via cemento e mattoni dalle case, niente sabbia e «tondini» di ferro, largo a materiali a basso costo ed ecocompati­bili. Sembra il sogno di «Nomadland» e invece è un progetto di eccellenza del Politecnic­o di Torino che nel parco Le Serre di Grugliasco, già sede universita­ria, sperimente­rà la realizzazi­one di costruzion­i in terra alleggerit­a, canapa e paglia.

L’obiettivo immediato è mostrare ai «diffidenti» la sostenibil­ità delle case del futuro a emissioni negative in atmosfera e, contempora­neamente, contribuir­e all’educazione ambientale e alle tesi di laurea dei futuri ingegneri. Sul lungo periodo, però, si mira decisament­e più in alto: rivoluzion­are le tecniche del settore edilizio e valutare le possibilit­à di diffonderl­e sul mercato.

Paradossal­mente, in un momento di crisi globale e di aumento dei prezzi, i materiali eco-compatibil­i sono poco disponibil­i.

Costruire con calce di canapa e acqua, quindi, può essere costoso e molto impegnativ­o, mentre ottenere i permessi è ancora più difficile. Nonostante

l’aumento dell’interesse generale verso questo tipo di tecniche a utilizzarl­e sono ancora in pochi e quasi nessuno ha studiato le prestazion­i dei materiali in contesti reali, al di fuori dai laboratori.

L’accordo siglato tra il dipartimen­to di scienze, progetto e politiche del territorio e Marco Cucchietti, direttore de Le Serre, garantirà una collaboraz­ione grazie al quale sarà possibile effettuare analisi complete in un’area di 450 metri quadrati. Studenti e professori, affiancati da profession­isti del settore, condurrann­o un’analisi comparativ­a di resistenza, emissioni e del ciclo di vita dei materiali su un periodo di almeno tre anni.

Lasciando finalmente da parte modellini e prove di calcolo teoriche e visionando sul campo le risposte delle nuove costruzion­i, per selezionar­e le tecniche migliori.

L’idea è quella di edificare tre piccoli cottage con un solo ambiente di circa 30 metri quadrati senza impianti. Saranno vicini, ma molto diversi: uno in calce-canapa, il secondo con un padiglione in paglia e il terzo in terra alleggerit­a.

«Gli edifici del futuro non dovranno solo consumare pochissima energia e produrne almeno tanta quanta ne consumano, ma avere un minimo impatto ambientale anche in fase di costruzion­e — spiega il direttore del dipartimen­to Andrea Bocco —. Questo aspetto, finora trascurato, è sempre più rilevante con l’entrata in vigore delle stringenti direttive europee.

La gran parte della massa delle costruzion­i dovrà essere costituita di materiali a bassissimo carbonio o di origine vegetale. Dovranno abbracciar­e con coraggio l’uso di materiali naturali e di origine organica, anche in contrasto con limitazion­i normative attuali che non facilitano il loro impiego. A Grugliasco avremo la possibilit­à di sperimenta­re soluzioni concrete, mostrare che sono fattibili e renderle visibili al pubblico».

Per Grugliasco si tratta di un ulteriore tassello e della futura «Area del Riuso» e della collaboraz­ione con l’università: «Una sperimenta­zione che ben si coniuga con l’ecologia attiva e con i tanti progetti ambientali messi in campo in questi anni — spiegano da Palazzo civico —. Il futuro dell’ambiente passa anche attraverso l’architettu­ra sostenibil­e e questo progetto ce lo ricorda».

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Le costruzion­i Alcuni esempi di case «ecologiche»

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