Corriere Torino

Nella città disegnata da Jaretti e Luzi

Da Palazzo dell’obelisco alla Casa degli Specchi: un convegno, una mostra e tour guidati per riscoprire i due grandi architetti torinesi

- Alessandro Martini Maurizio Francescon­i

Tra i protagonis­ti della Torino del secondo dopoguerra, Jaretti e Luzi sono sicurament­e tra i più originali, capaci di imprimere una visione e un linguaggio singolari tanto alle proprie architettu­re quanto a oggetti di design, al mondo della ricerca e della didattica. Chi non riconosce il fascino inconsueto di un’icona dell’architettu­ra cittadina come la Casa dell’obelisco di piazza Crimea, tra i più ammirati esiti del Neoliberty tutto torinese del dopoguerra (e oggetto di accesi dibattiti sulle riviste nazionali e internazio­nali)? Ma la città è costellata di edifici grandi e piccoli firmati dalla coppia di architetti a partire dagli anni Cinquanta: dalle torri pluripiano (in corso unione Sovietica e in piazza Pitagora, ad esempio) agli edifici residenzia­li signorili (a San Salvario e in precollina), fino alle ville unifamilia­ri. Al sodalizio profession­ale tra Sergio Jaretti (1928-2017) ed Elio Luzi (19272006) la loro città dedica — da domani al 19 giugno — l’appuntamen­to torinese dell’evento «Architetti senza tempo», nato dalla collaboraz­ione tra Open House Italia e la Direzione Generale Creatività Contempora­nea del Ministero della Cultura: approfondi­menti, visite, itinerari, mostre e talk, per rendere omaggio a cinque architetti rappresent­ativi delle quattro principali città italiane (a Milano, Roma e Napoli i protagonis­ti sono, rispettiva­mente, Gae Aulenti, Luigi Moretti e Stefania Filo Speziale).

Il «focus» su Jaretti e Luzi prende il via domani, al Castello del Valentino (sede della Facoltà di Architettu­ra in cui Luzi ha insegnato a lungo, amatissimo dagli studenti), con la conferenza Jaretti e Luzi, un abitare contempora­neo (ore 17.30) seguita dall’inaugurazi­one della mostra Un esordio in grande stile. Il Palazzo dell’obelisco, 1954-1959 (fino al 30 giugno, a cura di Maria Luisa Barelli e Davide Rolfo, autori nel 2018 di una bella monografia sull’edificio, pubblicata dall’editore Gangemi). Sono esposti schizzi e disegni originali delle due successive versioni del progetto (il primo «ispirato» a

Wright, il secondo a Gaudí), insieme a fotografie, libri e documenti, con l’obiettivo, spiegano i curatori, di «accompagna­re il visitatore “dentro” l’edificio che fu la loro opera d’esordio, e tuttora è il loro progetto più riconosciu­to, anche a livello internazio­nale».

Ma il modo ideale per scoprire i loro edifici è, ovviamente, quello di ammirarli dal vivo. Due appositi itinerari (sabato e domenica) sono intitolati rispettiva­mente Oltre il fiume e Nella città compatta. Il primo consente di scoprire le residenze realizzate in Borgo Crimea, ai piedi della collina: oltre alla Casa dell’obelisco di piazza Crimea (inizio dell’itinerario), si può visitare il complesso residenzia­le in via Curtatone all’angolo con corso Moncalieri. Il secondo itinerario si snoda tra alcune delle residenze realizzate negli anni 60 nel quartiere di San Salvario: partenza dalla cosiddetta Casa degli Specchi (1960-62) di via Saluzzo 86-88, caratteriz­zata da facciate articolati­ssime di mattoni paramano e suggestivi spazi interni, e arrivo nel residence di via Ormea 167 (1967-70), retto su esili pilastrini.

Molti altri edifici sono invece visitabili singolarme­nte. Imperdibil­i le residenze «sorelle» dei due architetti in via Borgofranc­o (1954-59, visite a cura della Fondazione Luzi

Architettu­ra), con relativo edificio comune destinato a studio profession­ale, aperte da ampie vetrate in contrasto con i muri di mattoni paramano (anche in questo caso posati «di quarto», secondo una soluzione originalis­sima che consente di ottenere, portando alla vista l’incavo destinato ad accogliere la malta, raffinati effetti chiaroscur­ali). A Chieri, da non mancare è la Casa Manolino (1955-56, via Roma 18), prima collaboraz­ione con l’impresa Manolino, destinata a segnare gran parte della successiva attività profession­ale di Jaretti e Luzi.

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 ?? ?? Il sodalizio Sergio Jaretti ed Elio Luzi; sopra, il Palazzo dell’obelisco e qui sopra la Casa degli Specchi
Il sodalizio Sergio Jaretti ed Elio Luzi; sopra, il Palazzo dell’obelisco e qui sopra la Casa degli Specchi

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