La Cassazione assolve l’avvocato Piacentino
Assoluzione più chiara di così per l’avvocato Roberto Piacentino (foto) non poteva esserci, in corte di Cassazione: annullamento della sentenza d’appello senza rinvio, «per non aver commesso il fatto». Il legale, 69 anni, tra i penalisti più noti della città, era stato provvisoriamente condannato a 2 anni e 8 mesi per concorso in corruzione, dopo i 3 anni e 4 mesi del primo grado. «Sono stati sette anni di ansie — dice con tono pacato l’avvocato — ma ora i giudici hanno stabilito che le accuse erano totalmente infondate. Tuttavia l’esito finale non può cancellare o far dimenticare gli anni di sofferenza e di danni, non solo professionali, che ho subito». La vicenda, del 2015, si inseriva in un’inchiesta più vasta che ruotava attorno alla figura di Angelo Moscato (condannato), all’epoca cancelliere di corte d’appello. Secondo la ricostruzione della Procura (ora smentita), Piacentino aveva agevolato un accordo fra Moscato e un grosso imprenditore, suo cliente. L’avvocato — difeso dal professor Mario Zanchetti — aveva sempre proclamato la propria correttezza. «Per sette anni ho subito un processo iniquo e grave per il titolo infamante del reato — continua — seguito da due dure condanne provvisorie. Ma per fortuna c’è un giudice a Roma!». Pausa: l’annullo senza rinvio «non capita spesso e si tratta di un’esperienza che mi ha molto rassicurato su quanto di buono sa esprimere la magistratura italiana. Con un solo atto ha smentito anni di giudizi in cui si affermava ostinatamente una “verità” in realtà esclusa dalle prove raccolte». Ringrazia chi gli è stato vicino — «familiari, amici, colleghi, magistrati e assistiti» — meno altri, ovviamente: «In questo processo ho anche percepito rancori e sensi di rivincita: da parte di alcuni magistrati con cui per una ragione o l’altra, tutte interne ad altri precedenti processi, avevo avuto forti contrapposizioni. Molti l’hanno apprezzato, qualcuno no». Conclusione: «Lette le motivazioni valuterò gli estremi di opportune iniziative perché sia fatta chiarezza sull’accaduto dai competenti organi di vigilanza sull’attività giudiziaria».