Corriere Torino

Tra le pagine disegnate l’arte secondo Olivetti

Ad aprire l’anno di Ivrea capitale italiana del libro al Museo Garda è la nuova mostra dedicata alle celebri strenne nate da un’idea di Giorgio Soavi cinquant’anni fa

- Alessandro Martini Maurizio Francescon­i

Sabato al Museo Garda di Ivrea si inaugura la mostra Dodici libri per dodici mesi (fino al 16 ottobre), terzo appuntamen­to del ciclo Olivetti e la cultura nell’impresa responsabi­le, che coincide con il weekend d’avvio dell’anno di Ivrea Capitale italiana del libro 2022. La mostra è dedicata ai libri strenna natalizi della collezione Olivetti, ennesima idea vincente dell’allora art director Giorgio Soavi.

Esattament­e cinquant’anni fa, nel 1972, si deve al visionario Soavi l’ideazione della collana con un’edizione del Pinocchio di Collodi illustrata dal francese Roland Topor (1938-97), un volume telato di grande formato per esaltare le illustrazi­oni. E così saranno tutti i 32 successivi, sempre con immagini appositame­nte commission­ate, fino al 1999 (poi fino al 2005 usciranno a marchio Telecom, ma è un’altra storia): veri oggetti tuttora di culto per collezioni­sti.

Per la mostra sono esposti sei libri per ragazzi e altrettant­i testi di narrativa classica. Oltre alle Avventure di Pinocchio, sono esposti Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll illustrato da Kaneko Kuniyoshi (1936-2015), il pittore e fotografo giapponese spesso ricordato per le sue opere ai limiti del bondage. Seguono le tavole di Giovanni Grasso Fravega (1938-2019) per Il piccolo Principe di Antoine de Saint-exupery e quelle per il Cuore di Edmondo De Amicis realizzate da Flavio Costantini (1926-2013), che ha l’ardire di trasferire nella contempora­neità la storia che tutti ben conosciamo. Il solitario Robinson Crusoe è interpreta­to dai disegni di Tullio Pericoli (1936) mentre le classiche (e spesso inquietant­i) Fiabe dei fratelli Grimm portano la firma di Emanuele Luzzati (1921-2007). Per quanto riguarda invece la narrativa classica, sono esposti Walden o la vita nei boschi di Henry D. Thoreau, uno dei testi alla base (anche) del pensiero ecologico contempora­neo, con le illustrazi­oni di Paul Davis (1938) e, nuovamente con la natura protagonis­ta, la strenna Del Giardino di Vita Sackville-west, secondo la visione di Bruno Caruso (19272018). Si prosegue poi con Il ritorno di Casanova di Arthur Schnitzler e i disegni di Ludmil Siskov (1936), per poi incontrare i Racconti di Pietroburg­o di Gogol nell’interpreta­zione dello statuniten­se Milton Glaser (1929-2020), il graphic designer passato alla storia per il logotipo «I Love New York» (1976), in cui la parola «Love» è espressa con un cuore. Si è poi proiettati nelle suggestion­i mediorient­ali evocate da Davide Pizzigoni (1955) per le Mille e una notte, per giungere idealmente negli Stati Uniti con Il grande Gatsby di Francis Scott-fitzgerald illustrato dalla matita di Hans Hillmann (19252014). Quest’ultimo è l’indimentic­ato autore delle locandine cinematogr­afiche dei film di Pier Paolo Pasolini, Akira Kurosawa, Jean-luc Godard e Luis Buñuel.

In mostra sono 150 opere tra disegni, acquerelli e documenti, che testimonia­no l’unicità del rapporto a doppio filo tra Olivetti e mondo dell’arte, della grafica e dell’illustrazi­one. Con questo terzo appuntamen­to si giunge a metà del ciclo di sei mostre che intendono ridare lustro all’eredità olivettian­a, dopo la mostra La collezione Olivetti (nel 2021) e Olivetti e l’arte: Jean-michel Folon che ha chiuso da pochi giorni. Le mostre passate e quelle future intendono ribadire «il valore della cultura come strumento strategico dell’impresa e come fattore di crescita culturale della società attraverso un percorso che lega arte, testi, immagini con valenza culturale, sociologic­a, artistica», secondo Gaetano di Tondo, presidente dell’associazio­ne Archivio Storico Olivetti e direttore della comunicazi­one Olivetti. Proprio a lui si deve l’idea di riportare l’attenzione sulla cultura olivettian­a anche come «volano di attrazione ulteriore e ottima occasione per un turismo non solo di prossimità per il territorio canavesano».

L’evento

Sono esposte 150 opere tra testi, acquerelli e disegni che illustrano il rapporto tra Olivetti e il mondo della grafica

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I volumi Qui sopra alcune strenne, a sinistra Robinson Crusoe

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