Corriere Torino

Da lunedì al Campo Base di Casa Oz anche quattro famiglie ucraine

L’estate ragazzi organizzat­a dall’associazio­ne ospita anche rifugiati

- Simona De Ciero

«Prometto: per un anno mi occuperò di dare sempre l’acqua alle piante dell’orto» urla Marta. «A me non va: al massimo posso buttare la carta nel bidone della differenzi­ata, quello mi piace» replica Kabrel. «Oggi in giardino c’era solo immondizia molto piccola, che strano» urla Clotilde, facendo eco ai due. Sono alcuni dei ragazzi ospiti al Campo Base di Casa Oz, l’estate ragazzi organizzat­a dall’omonima associazio­ne, che accoglie bambini e genitori che durante la loro vita inciampano nella malattia e che, quest’anno, ospita anche quattro famiglie Ucraine i cui figli frequentan­o le attività del centro estivo. Riuniti in cerchio sotto il gazebo in cortile, prima di pranzo fanno il punto sulle cose fatte al mattino e, con gli operatori, programman­o quelle del pomeriggio. Ieri i più grandi si sono occupati di ecologia tagliando le erbacce dell’orto di Casa Oz e ripulendo il giardino della struttura, da sempre aperto anche al pubblico. I più piccoli, invece, sono andati in piscina. Dallo scorso marzo a Casa Oz c’è anche Maria Anna, una bambina alla quale, nel 2018, è stato trapiantat­o il midollo osseo; originaria di un paesino nella regione di Odessa, nell’ucraina del sud, vive lì con la mamma e con il fratellino Dimitri. Qui la vita scorre serena e, nonostante ogni bambino migrante preferireb­be poter tornare a casa ed essere in Italia solo per vacanza, all’estate ragazzi del Campo si respira un clima di vivace normalità. Il centro estivo è riservato all’esplorazio­ne e quest’anno dedica il lunedì alla scoperta delle culture attraverso storie, lingue e cucina; il martedì alla scoperta del sé; il mercoledì a una gita; il giovedì alla scoperta dell’altro e, il venerdì, all’ambiente. «Abbiamo parlato dell’italia che, per me, è un Paese molto bello e abbiamo imparato a cucinare il pesto — spiega Lorellis, una delle ospiti del Campo base — il mio piatto preferito, però, è domenicano: pollo con platano fritto». Una portata tipica del sud America ma non solo. «Noi facciamo il platano fritto con pollo e riso — commenta Alex, nato in Italia da genitori Camerunens­i — mi piace molto cucinarlo, sono bravo perché frequento la scuola alberghier­a». L’osservazio­ne scatena un acceso dibattito. «Tu non puoi conoscere quel piatto, non sei davvero africano» replica Kabrel, che vive a Torino ma, essendo nato in Camerun, si sente in diritto di rivendicar­e una maggiore conoscenza della cucina africana. I due ridono, poi vanno a giocare a calcetto. Lunedì inizierà la settimana dedicata all’ucraina; ad annunciarl­a, sarà Mama Nastya, cantante autoctona che suona nel gruppo multietnic­o Bandaradan. Tra una battuta, una riflession­e e una partita a pallone, è quasi ora di pranzo. E infatti, al Campo Base arrivano anche i bambini ucraini, stanchi e soddisfatt­i per la mattinata passata in piscina.

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Insieme Alcuni dei ragazzi ospiti al Campo Base di Casa Oz, l’estate ragazzi organizzat­a dall’omonima associazio­ne

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