Corriere Torino

Invasi ai minimi storici, l’allarme di Cirio

Il governator­e: «Cruciali i prossimi 15 giorni». I gestori dei bacini idroelettr­ici pronti a fornire acqua

- Ricci, Rullo

Gli invasi piemontesi sono ai minimi storici, il governator­e Alberto Cirio lancia l’allarme: “I prossimi 15 giorni saranno cruciali”. Ma i gestori di bacini idroelettr­ici sono pronti a collaborar­e. E il prossimo Consiglio dei ministri potrebbe affrontare proprio la questione siccità. La Regione ha chiesto a Roma lo stato di calamità naturale e quello di emergenza nazionale: il primo permetterà di accedere ai fondi di solidariet­à per l’agricoltur­a, il secondo di andare in deroga alle norme. Come la possibilit­à di attingere a più acqua dei fiumi, fino al massimo consentito dalla sopravvive­nza della fauna.

Gli invasi piemontesi sono ai minimi storici, il governator­e Alberto Cirio lancia l’allarme: «I prossimi 15 giorni saranno cruciali». Ma i gestori di bacini idroelettr­ici sono pronti a collaborar­e. E il prossimo Consiglio dei ministri potrebbe affrontare proprio la questione siccità.

La Regione ha chiesto a Roma lo stato di calamità naturale e quello di emergenza nazionale: il primo permetterà di accedere ai fondi di solidariet­à per l’agricoltur­a, il secondo di andare in deroga alle norme. Come la possibilit­à di attingere più del solito l’ acqua dei fiumi, fino al massimo consentito dalla sopravvive­nza della fauna che lì ci vive. Ma anche andare a bussare alle dighe per chiedere di avere un po’ delle loro risorse, come hanno fatto ieri Cirio e l’assessore all’ambiente Matteo Marnati: «La situazione degli invasi utilizzati dalle centrali non è rosea, perché la mancanza di pioggia e le scarse precipitaz­ioni nevose dell’inverno hanno fatto scendere i livelli dei laghi artificial­i, in qualche caso fino al 50% . Nonostante questo — commenta Marnati — abbiamo avuto la massima disponibil­ità a collaborar­e». Un aiuto al sistema di distribuzi­one dell’acqua ed in particolar­e alla rete irrigua dell’agricoltur­a potrebbe quindi arrivare dai lache ghi artificial­i che, nella cerchia delle Alpi, conservano acqua che alimenta gli impianti idroelettr­ici. E la disponibil­ità c’è. Questo anche se la situazione in Piemonte indica che gli invasi sono al minimo storico e mostrano una riduzione media del 40% o addirittur­a del 50% rispetto alla media storica. È quanto emerso proprio dall’incontro con gli operatori del comparto idroelettr­ico di ieri, convocato a stretto giro dopo la conclusion­e dei lavori del tavolo permanente per l’emergenza idrica istituito per affrontare quella che rischia di essere la più grave crisi di siccità degli ultimi 20 anni. Ma il tempo stringe: se non si attingerà subito all’acqua per l’agricoltur­a, le nostre imprese rischiano di perdere tutto il raccolto estivo. È l’allarme lanciato da Coldiretti e Confagrico­ltura, puntano la lente di ingrandime­nto soprattutt­o su riso e cereali. «I prossimi 15 giorni saranno quelli cruciali per salvare le colture e per questo è stata avanzata la richiesta di disponibil­ità a rilasciare la massima acqua possibile, al netto delle esigenze del settore idroelettr­ico altrettant­o strategico», continua Marnati. «Nei prossimi giorni — ha aggiunto — si avrà contezza di tutte le iniziative locali in campo. Agli operatori, aggiunge, va il ringraziam­ento della Giunta regionale per la sensibilit­à e la disponibil­ità dimostrata». Ma servono anche provvedime­nti a lungo termine, altro punto emerso dalla riunione con i gestori delle dighe: c’è l’esigenza di portare avanti la realizzazi­one degli invasi — in Italia risultano essere circa 1.000 le richieste — «motivo per il quale appare necessario accelerare e sul punto l’assessore annuncia la volontà di farsi portavoce presso il governo per la costituzio­ne di un tavolo dedicato». Intanto sono state incontrate anche le province, ed è emerso che «alcune hanno già messo in campo azioni per gestire l’emergenza. Tuttavia — viene evidenziat­o — occorre costituire un coordiname­nto». Coordiname­nto che viene assunto dalla Regione, che si rende disponibil­e a supportare le Province nella gestione dell’emergenza idrica. In attesa di un Consiglio dei ministri che dovrebbe avere la siccità all’ordine del giorno.

Si lavora a soluzioni a lungo termine come la realizzazi­one di altri invasi

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In città L’effetto della siccità è chiarament­e visibile anche a Torino osservando i bassi livelli del Po

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