Sulle Alpi cuneesi l’acqua arriva in elicottero
Interi bancali trasportati a quota 2.450 metri per i rifugi. Allevamenti in difficoltà
La siccità mette in difficoltà anche la montagna. Dagli alpeggi ai rifugi tutti in questi giorni si sono trovati a fare i conti con la carenza di acqua provocata dalla mancanza di pioggia. Non piove ormai da settimane e in città e in collina, dove fioccano le ordinanze di contenimento, sono aumentate le richieste di autobotti per sopperire la carenza idrica. Un problema che ora sta coinvolgendo anche l’alta quota dove ci sono rifugi e pascoli. Per ora si cerca di correre ai ripari, cercando soluzioni tampone in attesa delle piogge. Succede al rifugio Bolzano, sulle Alpi cuneesi, dove l’acqua, in bottiglia, è stata portata con l’elicottero.
Interi bancali trasportati a quota 2450 metri dove solitamente sono le sorgenti a soddisfare il fabbisogno estivo del rifugio. «Se non pioverà — dicono i gestori — sarà una stagione dura e soprattutto breve». Così come lo sarà per gli allevatori che, qualche giorno fa avevano trasferito gli animali in altura per l’estate. Peccato che nemmeno im montagna ormai, senza ghiacciai, siano sparire anche le sorgenti. A lanciare l’allarme Confagricoltura e Cia Agricoltori Italiani dicono «destano molta preoccupazione gli effetti negativi dei fenomeni climatici sui pascoli montani, in specie quelli non raggiunti dai servizi consortili (la stragrande maggioranza), utilizzati in questo periodo dalle centinaia di allevatori che, con la transumanza, sono soliti portare gli animali ai pascoli montani che risultano compromessi dalle gelate primaverili e dal perdurare dei fenomeni siccitosi. La persistenza di pascoli magri sta mettendo in seria difficoltà gli allevatori, la cui transumanza li porta a condurre gli animali in aree che non hanno la capacità di sostenere la loro necessità alimentare». Un vero e proprio grido di allarme quello che arriva dagli allevatori che, almeno per ora, sono in alpeggio ma con riserva. «Se peggiora rientreranno — dicono dalle associazioni di categoria —. Non possono dare da bere agli animali e il foraggio è il 20% in meno. Il rischio è che non si riesca a produrre latte poi per i formaggi». I primi danni sembrano già essere visibili: la produzione del latte a causa dello stress da caldo è già calata, secondo Coldiretti, di almeno il 10%. Dati che, in mancanza di pioggia, non possono fa altro che peggiorare giorno dopo giorno.
In alta quota Chi ha portato il bestiame in alpeggio sta valutando la possibilità di rientrare