Fatale incidente in volo, morto paracadutista torinese «Era esperto e meticoloso»
Si chiamava Fabrizio Del Giudice, 53 anni, era sposato e aveva una figlia. Uno specialista delle trasformazioni in aria
Erano paracadutisti esperti, entrambi istruttori e con migliaia di lanci in carriera. Fabrizio Del Giudice (nella foto), 53 anni, di Torino, era sposato e aveva una figlia adolescente. Gabriele Grossi di anni ne aveva invece 35 e viveva a Viareggio. Ieri hanno perso la vita in un incidente al Campovolo di Reggio Emilia: i fili dei loro paracaduti si sarebbero intrecciati a poche decine di metri dal suolo. Una distanza troppo breve per riuscire ad attuare una manovra di emergenza. «Una volta che avrete imparato a volare, camminerete sulla terra guardando il cielo perché è là che siete stati ed è là che vorrete tornare», scriveva Leonardo da Vinci. Oggi questa frase è riproposta sulla pagina Facebook di Fabrizio. Tanti i messaggi di cordoglio e di affetto delle centinaia di persone che ha incontrato in carriera: compagni di lancio e allievi che da lui hanno appreso la bellezza del volo. Per Fabrizio il cielo e il paracadutismo erano passione e lavoro: le immagini sui social raccontano l’emozione a pochi minuti dal lancio e la soddisfazione dell’atterraggio perfetto. Ha indossato per la prima volta il paracadute quando aveva poco più di vent’anni e all’epoca si allenava al Campovolo di Collegno. «Ci siamo conosciuti durante un lancio — racconta Roberto Lomonaco, responsabile della scuola di paracadutismo Sky Dream Center a Cumiana —. Erano gli anni Novanta. Era esperto: istruttore, allenatore, pilota in tandem. Preparato e meticoloso, aveva più di diecimila lanci alle spalle». Fabrizio lavorava alla Parasport di Cavour (società che produce e vende abbigliamento e accessori per paracadutisti), ma spesso girava l’italia per esibizioni e allenamenti. La sua specialità erano le trasformazioni in aria: nel 2009, in squadra con altri sette atleti, ha conquistato il terzo posto ai campionati del mondo.
Sabato al Campovolo avrebbe dovuto essere una giornata speciale. «Bfu Drop Zone» (scuola di paracadutismo), insieme con l’aeroclub di Pisa aveva organizzato un evento per segnare un record: realizzare una coreografia in aria con 32 paracadutisti. Al lancio partecipavano anche due videoman che avrebbero dovuto riprendere le diverse fasi delle operazioni. Ma qualcosa è andato. A fornire una prima descrizione di quanto accaduto sono stati i colleghi e gli amici di «Bfu Drop Zone», che in una nota hanno spiegato che l’incidente sarebbe avvenuto nella fase finale dell’atterraggio, a 50 metri dal suolo: «La quota estremamente bassa e la violenza dell’impatto precludevano ogni tentativo di risolvere l’avvitamento delle due vele e i due precipitavano al suolo».