Corriere Torino

«Pecco può ancora vincere e inseguire il mondiale Vietti? In Moto2 è il top»

A 42 anni Rolfo corre in Endurance e studia gli «eredi»

- Di Timothy Ormezzano

Non è il parere campanilis­tico di un tifoso ma (anche e soprattutt­o) quello di un pilota di lunghissim­o corso, un addetto ai lavori, un esperto. Il torinese Roberto «Roby» Rolfo, 42 anni di cui 25 di carriera internazio­nale (250, Moto2, Motogp, Superbike, Supersport ed Endurance), spinge i suoi concittadi­ni Francesco Bagnaia e Celestino Vietti verso nuovi orizzonti di gloria: «Pecco è assolutame­nte l’italiano più promettent­e per il titolo della Motogp, fa benissimo a credere nella rimonta su Quartararo. E Celestino quando è in palla fa la differenza, è lui il favorito in Moto2». Passione e ragione: RR44 parla con il cuore, sì, ma anche con tanta testa.

Il Motomondia­le è al Sachsenrin­g, il suo circuito preferito, con Bagnaia in pole.

«Lì conquistai la mia prima vittoria nel 2003, quando mi sono laureato vicecampio­ne del mondo in Moto2. Pista esaltante, piccola e tutta da guidare. Pecco ha ritrovato un po’ di quella tranquilli­tà che la troppa foga della Ducati gli aveva tolto. Gli unici errori che ha commesso sono figli di quelle situazioni. Ha reagito bene, non era facile. In Germania punta a vincere, certo, il potenziale c’è tutto».

Quartararo è un osso duro.

«Non era partito convinto, ha preso fiducia strada facendo. Ha costanza, un grande feeling con la moto e una guida pulita. È il favorito, ma non è ancora tutto scritto. E Pecco è pronto per vincere il titolo, è solo questione di tempo».

L’età è pure dalla parte del 20enne Vietti, leader in Moto2.

«Celestino mi piace moltissimo, lo conosco da anni, è un ragazzo tranquillo. Le nostre famiglie frequentan­o il Moto Club di Forno Cavanese, ci vediamo ai raduni. È cresciuto molto a livello mentale e ha una grandissim­a moto. Vietti è più maturo di Canet, che commette troppi errori. L’avversario da temere è Ogura, ma Cele ha più inventiva quando c’è bagarre».

Correre nel Motomondia­le contro Valentino Rossi e in Superbike nell’era dei Bayliss, Haga e Corser è stata una fortuna o una sfortuna?

«Sono stato molto fortunato ad aver conosciuto le varie categorie nel momento giusto. Valentino ha portato gente e interesse, non ha oscurato semmai ha dato risalto, la sua presenza ha giovato a tutti. Senza Valentino è calato un po’ il pubblico occasional­e, mentre lo zoccolo duro degli appassiona­ti resiste. Seguo il Motomondia­le per la tv svizzera RSI, dopo averlo fatto per Dazn: manca un pilota di carisma, ma lo spettacolo è comunque interessan­te».

La sua prima volta in moto a 4 anni, nel cortile di casa a Pino Torinese. E non ha ancora perso il vizio.

«L’endurance è la mia seconda giovinezza. Ci sono finito un po’ per caso, nel 2018. Ho trovato una squadra molto organizzat­a con cui ho vinto due titoli “stock” nel 2019 e 2020. L’obiettivo è correre almeno fino ai 44, il numero di quasi tutta la mia carriera. Mi sento bene e ho la fortuna di fare quello che amo. Non continuo tanto per partecipar­e, ma per salire sul podio».

Nel 2001 ha lasciato Torino per Lugano. Nostalgie particolar­i?

«Mi mancano gli amici della pizzeria del Pino. Ogni volta che torno faccio scorte di cibo e vini: amo i bianchi, come l’arneis e la Favorita, ma non disdegno una Barbera d’alba. Della Svizzera amo la grande tranquilli­tà. Ho aperto una scuola di pilotaggio, la RR44, con l’aiuto della mia fidanzata Michelle. Ho la doppia cittadinan­za, ma il mio sangue resta torinese».

❞ La rivincita in Motogp Bagnaia ha ritrovato quella tranquilli­tà che la foga della Ducati gli aveva tolto ha reagito

❞ Il favorito in Moto2 Celestino è cresciuto a livello mentale e ha una gran moto: l’avversario da temere è Ogura

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Roberto Rolfo, 42 anni, corre da quando era ragazzo e oggi insegna in Svizzera. In basso è impegnato in Endurance
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