Nuove regole sulle nomine dei manager
Lo Russo rivede i criteri voluti dal M5S: troppo farraginosi
«Equilibrio di genere»: il principio dovrà valere non solo per le nomine che spettano al Comune, ma anche per quelle decise dagli altri soci della stessa partecipata. E toccherà al sindaco «promuovere» la presenza delle donne ai vertici delle società, anche quando la città non ne detiene la maggioranza. Va oltre le quote rosa, fissate al 33 per cento dalla legge nazionale sulle aziende pubbliche, il nuovo regolamento nomine che oggi approda per il voto in Consiglio comunale.
«Equilibrio di genere»: il principio dovrà valere non solo per le nomine che spettano direttamente al Comune, ma anche per quelle decise dagli altri soci della stessa partecipata. E toccherà al sindaco «promuovere» la presenza delle donne ai vertici delle società, anche quando la città non ne detiene la maggioranza. Va oltre le quote rosa, fissate al 33 per cento dalla legge nazionale sulle aziende pubbliche, il nuovo regolamento nomine che oggi approda per il voto in Consiglio comunale. «Garantire l’equilibrio di genere» nella designazione degli amministratori delle aziende pubbliche diventerà insomma una missione precisa del primo cittadino, secondo un metodo — quello del primato della politica nelle scelte — che Stefano Lo Russo ha già applicato non curandosi troppo degli attacchi. Del resto, lo ha dimostrato con le ultime nomine, quelle di Paola Bragantini alla presidenza dell’amiat e di Giuliana Mattiazzo, Francesca Culasso e Patrizia Paglia (tre donne su tre) nel Consiglio di Iren.
Dal vecchio testo risalente alla giunta Appendino viene tolta l’indicazione delle quota del 33 per cento, ormai imposta per legge, e si riafferma il principio della rappresentanza di genere. Del resto, l’intenzione del sindaco, quando a inizio maggio ha preannunciato la riforma del regolamento, era quella di snellire le regole ed eliminare tutte quelle «rigidità» e «farraginosità» che nei mesi scorsi lo hanno intralciato in più di una occasione nel reclutamento degli amministratori delle società partecipate.
Tra le regole riviste c’è anche quella del limite del doppio mandato, da sempre una bandiera dei 5 Stelle. In realtà il vincolo resterà, ma durerà due anni dall’ultima nomina e verrà conteggiato solo se i mandati dei manager in questione saranno completi. Sparisce anche la norma che impediva al sindaco di scegliere persone (come i rappresentanti dei lavoratori che Lo Russo avrebbe voluto nel cda di Gtt) con «rapporti di dipendenza o collaborazione» con l’azienda o l’ente per cui si procede alla nomina.
Non cambia il principio del semestre bianco, quello che impedisce al primo cittadino di rinnovare i vertici delle società o delle fondazioni a ridosso delle elezioni. E nemmeno la procedura di selezione dei curriculum con un bando pubblico. Quest’ultima dovrebbe diventare però più snella e veloce. Le regole attuali stabiliscono con minuzia di particolari date, termini e finestre entro le quali gli aspiranti manager pubblici devono presentare la propria candidatura.
Il nuovo testo semplifica le cose e stabilisce che la raccolta dei curriculum venga fatta di anno in anno attraverso l’iscrizione a un elenco pubblico. L’intenzione del nuovo regolamento, che vede come prima firmataria la capogruppo del Pd Nadia Conticelli, è di «semplificare e snellire nell’ottica della trasparenza». Oggi le regole impongono al sindaco dieci giorni di tempo entro i quali sottoporre i curriculum al vaglio dei rappresentanti del Consiglio comunale. Con l’albo unico la trasmissione non sarà più necessaria e i capigruppo avranno scadenze precise per sentire in audizione pubblica i nominati ma solo dopo che il sindaco avrà già preso la sua decisione. In questo modo dovrebbero accorciarsi i tempi per le scelta del manager.
Lo Russo si era lamentato delle attuali procedure, dopo aver trovato la strada in salita per alcune nomine, a cominciare da quelle per Iren. «Difficilmente — aveva fatto notare il sindaco — sono compatibili con le scelte che l’amministrazione si trova a dover compiere, spesso in tempi stretti».