Ad Alba Bios si moltiplica per due
La società di analisi dei dati raddoppia gli addetti che passano da 70 a 140 nel giro di due anni Il ceo Ghi: «Importiamo cervelli da Torino e Milano»
Cosa può essere più difficile di studiare strategie di rilancio per aziende in crisi? Far crescere aziende che hanno già buone performance. Di questo si occupa Bios Management, con sede a Santa Vittoria d’alba. Acronimo di Business Intelligence Outsourcing management, la Bios nasce nel 2005, non in un garage, come altre aziende innovative, ma poco più in su, in un bilocale al primo piano di un palazzo di strada Rorine, ad Alba, da un’intuizione dei fratelli Fabio e Paolo Ghi.
L’azienda si specializza nella consulenza nel campo della Direzione e organizzazione aziendale, nei sistemi di performance e business intelligence, come spiega il Ceo Fabio Ghi: «Quando si lavora con aziende già molto virtuose crescere diventa un lavoro di fino. Il team di Bios analizza minuziosamente i processi industriali e predispone strategie di sviluppo. Non solo di aziende, perché lavoriamo anche per le Nazioni Unite e per importanti concessionarie piemontesi. In tutti i casi valutiamo obiettivi e strategie andando ad analizzare le performance cercando di migliorare i processi, di renderli più virtuosi e di andare a correggere gli aspetti che non generano particolare valore. A volte andiamo a operare su aspetti che possono sembrare marginali, ma che valgono punti percentuali di fatturato» .strategie che premiano e permettono a Bios Management di aprire nel 2011 una filiale a Torino e nel 2015 a Milano, Roma e Barcellona. La società inizia a lavorare in Spagna, con marchi come Coca-cola e Bo Frost. Seguono le aperture di Lugano, Londra e Madrid.
Con una crescita, fin dal 2005, sempre in doppia cifra, Bios collabora, oggi, con marchi italiani come Rummo, Iren, Saclà, Ferrero, Loro Piana, Balocco e Caffè Vergnano e multinazionali come LVMH e Virgin Active. Il Ceo Fabio Ghi precisa: «Tra le ultime aziende ad affidarsi a Bios troviamo Technicolor, colosso inglese nella produzione cinematografica da 3 miliardi di euro di fatturato. Un cliente come questo chiede monitoraggio e controllo di gestione». Nonostante si tratti di un’impresa ipertecnologica, Bios, ancora oggi, vive di passaparola: «Questo fa la differenza, sono le stesse multinazionali, ma anche le Pmi italiane, a referenziarci. Non credo sia un caso che tutti i marchi di cui ci occupiamo restino con noi, mentre la permanenza con le Big Four mediamente si attesti in pochi anni».
Una fiducia che permetterà a Bios di passare da 71 dipendenti nel 2019 ai 140 stimati a dicembre 2022: «Il sogno che avevamo e che si sta realizzando è fare della nostra sede una vetrina di cervelli, in cui operano analisti, ma anche economisti, ingegneri gestionali, fisici e matematici. I nostri “fornitori” di cervelli sono le facoltà universitarie e i politecnici di Torino e Milano. L’età media dei collaboratori è di 33 anni, dai neolaureati fino a collaboratori ultracinquantenni per un giusto mix di intraprendenza ed esperienza», conclude Fabio Ghi.