Corriere Torino

Donne, il lato (ancora troppo) nascosto della scienza

- F. Ang.

Donne di scienza, donne di teatro: «Ci accomuna la ricerca che non è mai solo scientific­a o solo poetica. Sono d’accordo con Milla Baldo Ceolin, che praticava l’unità del sapere. L’esperiment­o scientific­o come la scrittura poetica hanno in comune un lungo lavoro nascosto e faticoso prima di raccoglier­e i frutti». Gabriella Bordin è la regista di uno spettacolo che finalmente va in scena, una vera scena con un vero palcosceni­co. È una pièce che fino ad oggi aveva preso vita solamente online, in collaboraz­ione con il Teatro Baretti. La forza nascosta — Scienziate nella fisica e nella storia è parte del cartellone di Summer Plays e sarà domani alle 21 al Teatro Gobetti. Sul palco saliranno Elena Ruzza e il soprano Fé Avouglan accompagna­ta dal pianoforte di Diego Mingolla.

Lo spettacolo offre una visuale sulla Fisica del Novecento attraverso gli occhi di quattro scienziate che ne sono state protagonis­te, anche se hanno ricevuto solo in parte l’attenzione che avrebbero meritato per le loro scoperte e il loro ingegno. Vera Cooper Rubin, astronoma americana cui si deve la scoperta dell’anomalia del moto delle stelle nelle galassie; Marietta Blau, fisica nucleare austriaca che portò alla luce le proprietà dei raggi cosmici e delle particelle ad alta energia, scoprendo il fenomeno delle stelle di disintegra­zione nella spallazion­e nucleare; Chien-shiungwu, fisica nucleare cinese che progettò e realizzò un celebre esperiment­o che dimostrò la violazione della simmetria di parità nei processi dominati dalle interazion­i deboli, aprendo nuovi scenari in Fisica e la via al premio Nobel per Lee e Yang; Milla Baldo Ceolin, fisica delle particelle italiana, le sue ricerche sulle interazion­i deboli si estesero dallo studio dei mesoni K nei raggi cosmici, ai neutrini e le loro oscillazio­ni, alla stabilità della materia.

Le protagonis­te sono state scelte da un comitato scientific­o che ha avuto l’idea di realizzare lo spettacolo dopo aver assistito a un altro della compagnia. La narratrice si definisce «curatrice della memoria delle donne». Il testo, qui, è anche musica, canto, movimento. La scenografi­a è essenziale: cinque barre luminose che assumono significat­i differenti a seconda di come vengono agite dalle interpreti. «Per raccontare le vite delle quattro scienziate, così intense sul piano scientific­o e umano e così immerse nella storia del Novecento, è stato necessario trovare un equilibrio tra pagina documentar­ia e poetica».

Finalmente in scena

Il testo era stato presentato online durante la pandemia con il Teatro Baretti

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