Mossa di Viale: «Lo Russo disobbedisca»
Ciò che non ha voluto chiedere il «Torino Pride», lo chiederà in Consiglio comunale l’esponente radicale Silvio Viale: «Il sindaco Stefano Lo Russo riprenda la registrazione anagrafica dei figli delle coppie dello stesso sesso indicando entrambi i genitori». L’invito (non l’impegno) è contenuto in una mozione depositata ieri a Palazzo Civico. Dopo lo stop imposto dai pareri contrari del ministero degli Interni, e il rischio impugnazione per gli atti, una ottantina, già registrati, sia il primo cittadino sia i leader del mondo lgbt torinese avevano giocato la carta dell’appello al Parlamento, per sanare la situazione con una legge. Ora il consigliere comunale radicale chiederà di mettere ai voti questa linea, e oltre a incontrare il favore del Movimento 5 Stelle potrebbe mettere in imbarazzo l’ala sinistra della maggioranza che sostiene Lo Russo. «Il Pride non ha scelto la linea della disobbedienza ma quella del compromesso — afferma Viale —. Per questo, noi, che da decenni siamo abituati a stare sempre un passo avanti, aspettando gli altri, chiederemo al Consiglio comunale di esprimersi». Nel manifesto politico del Pride si chiede «con forza e urgenza una legge che permetta a ogni genitore di riconoscere alla nascita del proprio figlio, superando il criterio che garantisce tale prerogativa soltanto ai genitori biologici». Ma non ci si rivolge a Lo Russo. Nel documento presentato dal radicale Viale si sollecita l’intervento del Parlamento, certo, ma si invita anche il sindaco ad andare avanti, fino alle estreme conseguenze, nella registrazione dei bambini quali figli di due madri o di due padri.