Inaugurato (e subito intasato di auto) il sottopassaggio di corso Grosseto
Dopo 4 anni di lavori il sottopasso al posto dei cavalcavia è realtà. Nel 2024 i treni per Caselle da Porta Susa
Per costruirlo ci sono voluti più quattro anni, per intasarlo meno di quattro ore. Neanche il tempo di aprirlo alla circolazione delle auto, che il nuovo sottopasso che ha sostituito i due vecchi cavalcavia di corso Grosseto è andato in tilt. Un maxi ingorgo, come quello che qualche facile Cassandra aveva preventivato, a causa dei due semafori che sono stati messi (e che una volta non c’erano) alle estremità del tunnel, si è formato ieri sera nell’ora di punta. «Dieci minuti per fare 169 metri», lamentava un automobilista, bloccato nel traffico. «È un’altra piazza Baldissera», è stato il ritornello che è passato di bocca in bocca, richiamando la rotonda più temuta dagli automobilisti torinesi.
Per costruirlo ci sono voluti più quattro anni, per intasarlo meno di quattro ore. Neanche il tempo di aprirlo, che il nuovo sottopasso che ha sostituito i due vecchi cavalcavia di corso Grosseto è andato in tilt. Un maxi ingorgo, come quello che qualche facile Cassandra aveva preventivato a causa dei due semafori che sono stati messi (e che una volta non c’erano) alle estremità del tunnel, si è formato ieri sera nell’ora di punta, intorno alle 18. «Dieci minuti per fare 169 metri», lamentava un automobilista, bloccato nel traffico. «È un’altra piazza Baldissera», è stato il ritornello che è passato di bocca in bocca, richiamando la rotonda più temuta dagli automobilisti torinesi. Certo, ci vorrà qualche giorno di rodaggio, ma non è escluso che si debba, come nel caso di piazza Baldissera, mettere mano a qualche correttivo. «La situazione è comunque migliore — riconosce un altro conducente — rispetto a prima, quando con la viabilità del cantiere, tra code, semafori e svolte ci mettevo di più».
Costato 7,5 milioni di euro, l’opera è solo un tassello del più ampio cantiere (da 229 milioni) per l’interramento e l’immissione nel passante ferroviario della Torino-ceres. Per raggiungere in treno l’aeroporto di Caselle direttamente dalla stazione di Porta Susa bisognerà aspettare ancora qualche anno. «È un’opera complicata — ammette l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi —. La fine dei lavori è prevista per l’estate del 2023 e i primi treni inizieranno a viaggiare nel gennaio del 2024». Intanto il tunnel è realtà. Non sostituisce i vecchi cavalcavia, ma almeno segna la fine di un cantiere che per anni ha angustiato abitanti e commercianti del quartiere. «Si tratta di un’opera attesa da anni — fa notare il sindaco Stefano Lo Russo, che ieri ha tagliato il nastro del sottopasso — in una zona complessa dal punto di vista della viabilità: cambierà le modalità di spostarsi nella zona nord, fluidificherà il traffico e soprattutto fa parte di una grande operazione di connessione ferroviaria dell’aeroporto con il centro di Torino, che sarà una rivoluzione importante». Un’opera attesa da tutta la città, ma anche dagli abitanti di Madonna di Campagna, che non vedono l’ora che il cantiere finisca. Non a caso, ieri, una residente si è lamentata dei disagi ma anche del rischio che il nuovo tunnel finisca per intasare ancor di più il traffico nel quartiere.
Indirettamente, Lo Russo risponde a chi ha protestato per le lentezze del cantiere, che ha causato disagi tanto ai residenti quanto ai commercianti: «Il codice degli appalti ha troppi problemi di procedure: sulle grandi opere devono esserci meccanismi di commissariamento, come per il ponte Morandi. Non si può estendere il discorso su tutte le opere, ma sulle più importanti — auspica il sindaco — dobbiamo porre il problema al governo».
Ricordano gli assessori regionali Andrea Tronzano e Fabrizio Ricca: «Questo di corso Grosseto è però solo un antipasto: il sottopasso fa parte di un progetto più ampio che permetterà il collegamento ferroviario diretto tra la città e l’aeroporto, un collegamento atteso da decenni dal territorio e che, a breve, diventerà finalmente realtà».