Corriere Torino

Inaugurato (e subito intasato di auto) il sottopassa­ggio di corso Grosseto

Dopo 4 anni di lavori il sottopasso al posto dei cavalcavia è realtà. Nel 2024 i treni per Caselle da Porta Susa

- Di Gabriele Guccione

Per costruirlo ci sono voluti più quattro anni, per intasarlo meno di quattro ore. Neanche il tempo di aprirlo alla circolazio­ne delle auto, che il nuovo sottopasso che ha sostituito i due vecchi cavalcavia di corso Grosseto è andato in tilt. Un maxi ingorgo, come quello che qualche facile Cassandra aveva preventiva­to, a causa dei due semafori che sono stati messi (e che una volta non c’erano) alle estremità del tunnel, si è formato ieri sera nell’ora di punta. «Dieci minuti per fare 169 metri», lamentava un automobili­sta, bloccato nel traffico. «È un’altra piazza Baldissera», è stato il ritornello che è passato di bocca in bocca, richiamand­o la rotonda più temuta dagli automobili­sti torinesi.

Per costruirlo ci sono voluti più quattro anni, per intasarlo meno di quattro ore. Neanche il tempo di aprirlo, che il nuovo sottopasso che ha sostituito i due vecchi cavalcavia di corso Grosseto è andato in tilt. Un maxi ingorgo, come quello che qualche facile Cassandra aveva preventiva­to a causa dei due semafori che sono stati messi (e che una volta non c’erano) alle estremità del tunnel, si è formato ieri sera nell’ora di punta, intorno alle 18. «Dieci minuti per fare 169 metri», lamentava un automobili­sta, bloccato nel traffico. «È un’altra piazza Baldissera», è stato il ritornello che è passato di bocca in bocca, richiamand­o la rotonda più temuta dagli automobili­sti torinesi. Certo, ci vorrà qualche giorno di rodaggio, ma non è escluso che si debba, come nel caso di piazza Baldissera, mettere mano a qualche correttivo. «La situazione è comunque migliore — riconosce un altro conducente — rispetto a prima, quando con la viabilità del cantiere, tra code, semafori e svolte ci mettevo di più».

Costato 7,5 milioni di euro, l’opera è solo un tassello del più ampio cantiere (da 229 milioni) per l’interramen­to e l’immissione nel passante ferroviari­o della Torino-ceres. Per raggiunger­e in treno l’aeroporto di Caselle direttamen­te dalla stazione di Porta Susa bisognerà aspettare ancora qualche anno. «È un’opera complicata — ammette l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi —. La fine dei lavori è prevista per l’estate del 2023 e i primi treni inizierann­o a viaggiare nel gennaio del 2024». Intanto il tunnel è realtà. Non sostituisc­e i vecchi cavalcavia, ma almeno segna la fine di un cantiere che per anni ha angustiato abitanti e commercian­ti del quartiere. «Si tratta di un’opera attesa da anni — fa notare il sindaco Stefano Lo Russo, che ieri ha tagliato il nastro del sottopasso — in una zona complessa dal punto di vista della viabilità: cambierà le modalità di spostarsi nella zona nord, fluidifich­erà il traffico e soprattutt­o fa parte di una grande operazione di connession­e ferroviari­a dell’aeroporto con il centro di Torino, che sarà una rivoluzion­e importante». Un’opera attesa da tutta la città, ma anche dagli abitanti di Madonna di Campagna, che non vedono l’ora che il cantiere finisca. Non a caso, ieri, una residente si è lamentata dei disagi ma anche del rischio che il nuovo tunnel finisca per intasare ancor di più il traffico nel quartiere.

Indirettam­ente, Lo Russo risponde a chi ha protestato per le lentezze del cantiere, che ha causato disagi tanto ai residenti quanto ai commercian­ti: «Il codice degli appalti ha troppi problemi di procedure: sulle grandi opere devono esserci meccanismi di commissari­amento, come per il ponte Morandi. Non si può estendere il discorso su tutte le opere, ma sulle più importanti — auspica il sindaco — dobbiamo porre il problema al governo».

Ricordano gli assessori regionali Andrea Tronzano e Fabrizio Ricca: «Questo di corso Grosseto è però solo un antipasto: il sottopasso fa parte di un progetto più ampio che permetterà il collegamen­to ferroviari­o diretto tra la città e l’aeroporto, un collegamen­to atteso da decenni dal territorio e che, a breve, diventerà finalmente realtà».

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