Corriere Torino

Sonego batte Duckworth e anche una brutta tendinite Ora deve sfidare De Minaur A Eastbourne si rigioca quella che nel 2021 era la finale

- Loris Ighina

comparso improvvisa­mente durante un allenament­o: «La palla pesante che è arrivata dalla parte opposta della rete ha avuto un rimbalzo strano – racconta Gipo Arbino, coach del giocatore – e Lorenzo ha girato molto velocement­e il polso per colpirla a due mani. In un attimo si è materializ­zato il problema».ù

Nel testa a testa contro il tennista aussie Sonego ha perso al decimo gioco il primo set: «Gli ho detto di ritirarsi – prosegue Arbino – per non pregiudica­re Wimbledon e i prossimi tornei. Lui mi ha risposto che voleva provare ancora qualche gioco nella seconda frazione». La prova è diventata seria perché Sonego

❞ Arbino Gli ho detto di ritirarsi, per non far danni in vista di Wimbledon Lui ha detto “provo” e poi ha vinto

ha alzato il rendimento del servizio e giocato magistralm­ente con il diritto, trovando anche passanti d’alta scuola. Con il rovescio ha messo a frutto il lavoro invernale fatto con il back, utilizzato con efficacia sia in fase di difesa che di attacco.

Così il match è proseguito e il torinese ha fatto la differenza nei due tie-break, anche se per arrivare al secondo ha dovuto annullare al rivale tre match point sul 5-6 e servizio. Scampato il pericolo ha vinto 7-1 la mini-frazione ed è salito al turno successivo dove troverà Alex De Minaur, altro australian­o che nel 2021 proprio a Eastbourne lo ha superato in finale: «Non sarà facile – chiude Arbino – ma ci proveremo. Certo lui ha più armi di Duckworth e maggiore intelligen­za tattica ma nel tennis e sull’erba tutto è possibile. Lorenzo deve convincers­i che ha nel servizio un’arma in più e imparare a capitalizz­are i break conquistat­i sentendo maggior leggerezza e meno pressione quando gli succede». sport c’è sempre un’altra occasione». Per questo non gli piacciono i tifosi e concorda con il grande Rino Tommasi che ha sempre detto: il tifo è una malattia in tutti i sensi. «Mi piace la cultura inglese perché a differenza di ciò che spesso succede in Italia, a nessuno viene in mente di pensare che chi vince è un eroe e chi perde è un cretino. Certo, anche loro hanno avuto gli hooligans e mi fa sempre effetto pensare che gli hooligans hanno lo stesso passaporto con quelli che fanno la fila davanti ai cancelli di Wimbledon».

È vero che lo sport è solo un gioco, ma si mescola sempre con la vita e con i nostri migliori ricordi, è un cassetto della memoria, condiziona la nostra vita più di quanto pensiamo. «Il mio ricordo profession­ale più bello è legato all’olimpiade di Londra 2012. Chiesi di commentare il canottaggi­o, uno sport meraviglio­so. Finiti i Giochi cominciai a prendere lezioni. Oltre al canottaggi­o ho scoperto il Po, e quanto è bella Torino vista dal fiume».

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Lorenzo Sonego al servizio sull’erba inglese

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