«È ora di spegnere i motori puntiamo tutto sull’elettrico A Mirafiori il riciclo di batterie»
Per Airaudo (Cgil) la via per salvare l’occupazione è salvare il Pianeta Ma se la prende con gli imprenditori piemontesi «troppo conservatori»
Torino torna città dell’auto? «Macché, forse torna città dell’autobus. Ma per risalire a bordo della mobilità del futuro, tecnologica e sostenibile, quindi elettrica e a idrogeno ci vorrà ben altro. E per altro intendo Mirafiori come centro di smontaggio di vetture ormai obsolete e di riciclo di batterie». Undici anni fa, di questi tempi, era il 12 giugno 2011, Giorgio Airaudo, attuale segretario Cgil, battagliava alla Porta 2 della grande fabbrica ex Fiat a suon di volantini e urla nel megafono contro il referendum imposto da Sergio Marchionne per far decidere ai lavoratori un cambio di rotta radicale nella gestione aziendale e nelle relazioni sindacali. Battaglia poi persa malamente dalla Fiom. Ora la ex «sinistra dei no» (cit. Matteo Renzi) è tutta proiettata sui «sì», tanto da scavalcare pure gli industriali più progressisti. «Sì e subito alla svolta elettrica, non capisco perché tanti imprenditori della fornitura dicano di no. Lo stop ai motori nel 2035 andrebbe anticipato». Sì anche «all’economia circolare» al posto delle linee che sferragliavano modelli e ricambi di vetture. «Torino potrebbe diventare un grande centro di recupero batterie. La tecnologia c’è». E sì (quasi) anche al Pianeta prima del lavoro. «Sì alla cassa integrazione al posto del lavoro che oggi sappiamo che non durerà: la normativa Ue prevede sostegni per le aziende che dovranno convertirsi all’elettrico».
Giorgio Airaudo, Iveco riporta in Italia la produzione di autobus. A Torino nasceranno le batterie elettriche per il trasporto locale. Avevate ragione voi? L’elettrico fa correre la nuova industria?
«Una buona notizia. Il futuro industriale dei prossimi decenni di questo Paese e quindi non solo di questa città si decide adesso, nei prossimi 4-5 mesi. Dobbiamo decidere che tipo di energia e di mobilità vogliamo. Da lì si deve partire. Non da posizione arroccate nel passato».
Basterà la produzione di batterie per autobus?
«Iveco ha corretto un errore di 15 anni fa, quando Fiat si liberò di Iribus e spostò la produzione all’estero. Ora che ci sono risorse pubbliche ci ha ripensato. Ma io sono d’accordo: se i soldi dei contribuenti sono usati per generare occupazione e centrare i piani di decarbonizzazione sono soldi ben spesi».
Iveco rimarrà italiana? Salvini ha detto che se passasse sotto controllo estero, come si dice da tempo, sarebbe una sciagura.
«La politica deve chiedere e dare garanzie. Investimenti in cambio di innovazione. Risorse pubbliche in cambio di lavoro e di tecnologia. Non importa se poi l’azienda in questione si sposa con azionisti esteri. L’importante è che l’industria e la ricerca rimangano in Italia».
Tanti industriali della componentistica auto dicono che l’addio ai motori genererà disoccupazione.
«Nessuno però dice che nel patto europeo che prevede lo stop ai motori termici nel 2035 ci sono fondi per sostenere le imprese che si riconvertono. E anche ammortizzatori sociali per i lavoratori. Risorse necessarie per accompagnare la transizione ecologica».
Prima il Pianeta poi il lavoro. Il sindacato adesso chiede cassa integrazione prima che l’occupazione?
«No, noi chiediamo che si crei il lavoro a partire da nuove filiere industriali, a basso impatto ambientale. Non mi pare che con i motori termici stiamo facendo faville. Tra l’altro a Torino non si produce un motore dai tempi della Multipla. E l’occupazione rimane al palo».
Torino tornerà città dell’auto?
«Per ora torna città dell’autobus. Mirafiori è un problema. La fabbrica resta in gran parte sottoutilizzata. Una giga factory qui a Torino sarebbe stata una grande opportunità che purtroppo abbiamo perso. Il ceo Tavares ha detto che investirà in centri per il riciclo delle batterie, un’opportunità che questa volta non possiamo perdere».
C’era un tempo in cui la Fiom Cgil chiedeva più modelli, più vetture per Mirafiori, ora chiede il riciclo. Anche Landini è d’accordo?
«Non posso rispondere per Landini, ma la Cgil si sta dimostrando un sindacato molto aperto nei confronti di un’industria diversa,in grado di creare valore dalla transizione ecologica».
A Mirafiori la 500 viaggia su 80-100 mila l’anno. E arriveranno le Maserati elettrificate. Qualcosa si muove nella direzione da lei auspicata.
«Si muovono tanti addetti con le uscite incentivate. Ma non c’è ricambio, perché Stellantis non assume giovani lavoratori: questo è il vero dramma».
Allora è vero che l’elettrico chiede meno occupati?
«Luca de Meo, ceo di Renault ha annunciato la nascita entro il 2030 di una fabbrica per lo smontaggio dei vecchi modelli e il recupero delle batterie. Assumerà un sacco di gente. La svolta ecologica è una vera opportunità. Purtroppo da noi mancano gli investimenti. Il sistema Torino come il sistema Italia dovrebbe pretendere da Stellantis risposte in questa direzione».
❞ Dico sì ai soldi pubblici per le aziende che si convertono al green
❞ Non mi importa che Iveco resti italiana oppure no Mi importa che assuma
❞ Torino ha bisogno che i privati investano di più nella mobilità sostenibile