La siccità ci toglie anche l’energia
Ridotto il funzionamento delle centrali. Cirio: «Subito in Piemonte lo stato di emergenza»
Fa caldissimo. Siamo senza acqua e a corto di gas (russo). Ma consumiamo energia, oltre i 280 litri l’acqua procapite giornalieri, come mai prima d’ora. A maggio la città di Torino, avvolta in un «agosto anticipato», ha acceso i climatizzatori a volontà, tanto che le centraline di Terna, il gestore della rete elettrica, hanno registrato consumi record, in aumento del 9% rispetto al mese precedente. Neppure le roventi Roma, Milano e Firenze hanno fatto un balzo così in alto.
Fa caldo, caldissimo. Siamo senza acqua e a corto di gas (russo). Ma consumiamo energia, oltre i 280 litri l’acqua procapite giornalieri, come mai prima d’ora. A maggio la città di Torino, avvolta in un «agosto anticipato», ha acceso i climatizzatori a volontà, tanto che le centraline di Terna, il gestore della rete elettrica, hanno registrato consumi record, in aumento de 9% rispetto al mese precedente. Neppure le roventi Roma, Milano e Firenze hanno fatto un balzo così in alto. E i contatori dell’idroelettrico, l’oro blu del Piemonte, hanno corso il doppio rispetto ad aprile. Acqua e luce sono legate non solo dalla bollette delle utenze che ci arrivano (sempre più salate) nella buca delle lettere. Il Po è in secca e chiudono le centrali. A Moncalieri la centrale termoelettrica di Iren ha spento una delle due turbine perché manca l’acqua per raffreddarla. L’impianto idroelettrico di San Mauro viaggia a ritmo ridotto. D’altro canto manca acqua persino nei campi, e i gestori degli impianti idroelettrici su in montagna fanno uno sforzo e allargano i rubinetti per dare una mano all’agricoltura, circa 38 milioni di metri cubi di acqua che
Enel, Iren e Italgen si impegnano a rilasciare nei prossimi 15 giorni. Ma la coperta idrico-energetica comincia a essere corta, soprattutto in una regione come la nostra in cui l’oro blu garantisce il 65% dell’energia da fonti rinnovabili. Lungo il corso del Po, in Veneto per esempio, acqua e luce in secca spingono la riapertura di centrali a carbone. Alle nostre latitudini si può al massimo importare più corrente dalla Francia e dalla Svizzera. Nel bel mezzo della transizione ecologica che procede a tentoni, il governatore del Piemonte Alberto Cirio ha stabilito una priorità che è l’agricoltura: «Il mio dovere ora è difendere l’agricoltura, ma non si può però fare il bene dell’uno creando il male dell’altro, per questo è necessaria una regia nazionale». Il presidente della Regione invita «il governo a partire subito con lo stato d’emergenza dal Piemonte, uno dei territori dove gli effetti della siccità si fanno sentire maggiormente, in attesa di un quadro più complessivo». Perché pur dicendosi «soddisfatto del lavoro fatto con i concessionari dei grandi invasi, per cui riusciamo a sversare oltre 2 milioni e mezzo di metri cubi di acqua, ma va detto che tutto questo non è sufficiente». Già perché le deboli piogge che sono cadute, e che forse cadranno nelle prossime ore stanno dimostrando che l’acqua come il sole e come il vento sono «fonti rinnovabili fino a un certo punto» nella stagione del cambiamento climatico. I consumi di energia aumentano, ma i 28 millimetri di pioggia degli ultimi giorni, come osserva Arpa Piemonte, sono una goccia nel mare della siccità che può ridurre il deficit idrico accumulato durante l’anno solamente per il 2,6%. In pratica: poco o niente. E tocca sperare in un autunno molto bagnato per recuperare la produzione idroelettrica che si annuncia in forte calo. Per il fondatore di Slow Food Carlin Petrini, che ieri ha presentato a Torino il Salone Terra Madre sul fronte della siccità siamo a un «punto di non ritorno», e poiché la politica «non si sta comportando bene», occorre che siano i cittadini e la società civile ad adottare «nuovi paradigmi». «La situazione che stiamo vivendo è di una gravità estrema — ha detto Petrini —Tutto ci fa capire che non è una questione temporanea ma che siamo in presenza non solo di un cambiamento climatico ma di un evento quasi irreversibile».
Alberto Cirio
Il mio dovere è difendere l’agricoltura, ma ora serve una regia nazionale contro la siccità
Carlin Petrini Siamo a un punto di non ritorno, occorre che siano i cittadini e la società a trovare nuovi paradigmi