Bergesio: «Non c’è acqua per raffreddare Moncalieri»
Bergesio, ceo di Iren Energia, ha ordinato lo stop di una delle due turbine di Moncalieri. Ma la frenata non interrompe il servizio di fornitura elettrica
«La portata del fiume Po è troppo bassa. Dobbiamo spegnere una turbina perché manca l’acqua di raffreddamento, l’altra che abbiamo va avanti perché abbiamo investito in un impianto aerotermico che non ha bisogno di acqua». Pochi giorni fa Giovanni Bergesio, ceo di Iren Energia, ha dato l’ordine di chiudere l’interruttore di uno dei due motori della centrale termoelettrica di Moncalieri. E in questo caso si parla di acqua per il raffreddamento. Ma il servizio resta garantito.
«La portata del fiume Po è troppo bassa. Dobbiamo spegnere una turbina perché manca l’acqua di raffreddamento, l’altra che abbiamo va avanti perché abbiamo investito in un impianto aerotermico che non ha bisogno di acqua». Pochi giorni fa Giovanni Bergesio, ceo di Iren Energia, ha dato l’ordine di chiudere l’interruttore di uno dei due motori della centrale termoelettrica di Moncalieri. E in questo caso si parla di acqua per il solo uso di raffreddamento.
La centrale di San Mauro invece con l’acqua ci fa energia e oggi fa fatica, procede a ritmi ridotti. Così come quella di Chivasso (ma questa è di A2a) con stalli simili proseguendo lungo la linea che disegna il Po fino all’adriatico. «Il servizio di fornitura non cambia. Gli utenti possono stare tranquilli. La centrale rimane operativa — assicura Giovanni Bergesio —. Tuttavia è chiaro che in futuro non potremo più contare sul fiume come una volta. E stiamo investendo in questa direzione».
In che senso non potete più contare sul fiume?
«Mi spiace dover informarvi che la crisi idrica non è di ieri, anche se solo quest’anno la siccità è diventata gravissima e sotto gli occhi di tutti. Ma la portata del Po è in calo da tempo. Da qualche anno d’estate spegniamo una turbina perché così non riusciamo a usare l’acqua per raffreddare l’impianto».
E quindi?
«Utilizziamo un metodo alternativo: impianti aerotermici per il raffreddamento delle turbine della centrale. In futuro ne avremo due così e non sfrutteremo più la portata del fiume. Stiamo investendo massicciamente». Risparmieremo acqua?
«No, tutta l’acqua che noi utilizziamo poi viene rilasciata nel fiume, al 100%. Perciò il saldo idrico centrale fiume non cambia. Poi abbiamo sempre cercato di contribuire all’ecosistema del fiume, come per l’impianto di risalita dei pesci a La Loggia».
Su in montagna e nelle valli dove con l’acqua producete energia come va?
«La situazione è complessa. Scontiamo un inverno senza neve, e un’estate anticipata che scioglie la poca neve che c’è. Perciò c’è meno acqua. Gli accumuli sono del 50% in meno. Di conseguenza prevediamo un calo considerevole di energia idroelettrica, non solo in Piemonte ma in tutto il Paese».
Il 50% in meno? Arriveremo a razionare, oltre l’acqua, anche l’energia?
«No, affatto. L’energia non manca. Noi siamo un gruppo diversificato, investiamo in altre fonti rinnovabili, anche nel solare. Posso garantire che ai cittadini non mancherà energia. Ma le proiezioni sulla produzione di idroelettrico sono tutte negative, non potrebbe essere altrimenti».
E i black out?
«Dipendono dai picchi di consumi e dalla rete, non c’entra la mancanza di energia. Il nostro è un sistema che si appoggia a tante fonti e a diversi distributori».
E poi importiamo tanta energia.
«Per quanto riguarda l’elettrico non tantissimo. Un 10-15% circa del totale, principalmente da Francia e Svizzera. Certo, sul fronte del gas è un’altra storia».
Il nucleare che noi non vogliamo ci dà una mano.
«Abbiamo fatto altre scelte. Abbiamo valorizzato le nostre risorse. A partire dall’acqua. Oggi il cambiamento climatico sta bussando alla nostra porta, ma abbiamo l’esperienza e la tecnologia per gestire la situazione».
L’acqua non è più una fonte rinnovabile?
«L’acqua è rinnovabile al 100%. Noi sfruttiamo il movimento dell’acqua, persino i salti che fa nel suo percorso e tra le dighe e i bacini. E investiamo tanto per essere sempre più efficienti. Tuttavia se continua a non piovere e si sciolgono i ghiacciai il problema assumerà ben altre dimensioni. Ma occorre ricordare che già nel 2003 si è verificata una siccità di questo tipo».
Anche le vostre centrali consumano acqua.
«Tutta l’acqua che usiamo per generare energia non viene dispersa. Tanto che oggi possiamo contribuire a difendere l’agricoltura rilasciando 500 mila metri cubi nei campi, come ci è stato chiesto negli scorsi giorni da Coldiretti e dal governatore Cirio. Abbiamo aperto le paratoie della diga idroelettrica del lago di Ceresole Reale rilasciando nel torrente Orco sei metri cubi al secondo, acqua che consentirà a 5.500 agricoltori l’irrigazione di 8.500 ettari di terreno nel Canavese».
Il Piemonte punta sull’idrogeno che si ricava dalla scissione della molecola dell’acqua.
«È un vettore energetico non una fonte. La dispersione di acqua resta comunque molto limitata».
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