Corriere Torino

Bergesio: «Non c’è acqua per raffreddar­e Moncalieri»

Bergesio, ceo di Iren Energia, ha ordinato lo stop di una delle due turbine di Moncalieri. Ma la frenata non interrompe il servizio di fornitura elettrica

- Di Christian Benna

«La portata del fiume Po è troppo bassa. Dobbiamo spegnere una turbina perché manca l’acqua di raffreddam­ento, l’altra che abbiamo va avanti perché abbiamo investito in un impianto aerotermic­o che non ha bisogno di acqua». Pochi giorni fa Giovanni Bergesio, ceo di Iren Energia, ha dato l’ordine di chiudere l’interrutto­re di uno dei due motori della centrale termoelett­rica di Moncalieri. E in questo caso si parla di acqua per il raffreddam­ento. Ma il servizio resta garantito.

«La portata del fiume Po è troppo bassa. Dobbiamo spegnere una turbina perché manca l’acqua di raffreddam­ento, l’altra che abbiamo va avanti perché abbiamo investito in un impianto aerotermic­o che non ha bisogno di acqua». Pochi giorni fa Giovanni Bergesio, ceo di Iren Energia, ha dato l’ordine di chiudere l’interrutto­re di uno dei due motori della centrale termoelett­rica di Moncalieri. E in questo caso si parla di acqua per il solo uso di raffreddam­ento.

La centrale di San Mauro invece con l’acqua ci fa energia e oggi fa fatica, procede a ritmi ridotti. Così come quella di Chivasso (ma questa è di A2a) con stalli simili proseguend­o lungo la linea che disegna il Po fino all’adriatico. «Il servizio di fornitura non cambia. Gli utenti possono stare tranquilli. La centrale rimane operativa — assicura Giovanni Bergesio —. Tuttavia è chiaro che in futuro non potremo più contare sul fiume come una volta. E stiamo investendo in questa direzione».

In che senso non potete più contare sul fiume?

«Mi spiace dover informarvi che la crisi idrica non è di ieri, anche se solo quest’anno la siccità è diventata gravissima e sotto gli occhi di tutti. Ma la portata del Po è in calo da tempo. Da qualche anno d’estate spegniamo una turbina perché così non riusciamo a usare l’acqua per raffreddar­e l’impianto».

E quindi?

«Utilizziam­o un metodo alternativ­o: impianti aerotermic­i per il raffreddam­ento delle turbine della centrale. In futuro ne avremo due così e non sfrutterem­o più la portata del fiume. Stiamo investendo massicciam­ente». Risparmier­emo acqua?

«No, tutta l’acqua che noi utilizziam­o poi viene rilasciata nel fiume, al 100%. Perciò il saldo idrico centrale fiume non cambia. Poi abbiamo sempre cercato di contribuir­e all’ecosistema del fiume, come per l’impianto di risalita dei pesci a La Loggia».

Su in montagna e nelle valli dove con l’acqua producete energia come va?

«La situazione è complessa. Scontiamo un inverno senza neve, e un’estate anticipata che scioglie la poca neve che c’è. Perciò c’è meno acqua. Gli accumuli sono del 50% in meno. Di conseguenz­a prevediamo un calo considerev­ole di energia idroelettr­ica, non solo in Piemonte ma in tutto il Paese».

Il 50% in meno? Arriveremo a razionare, oltre l’acqua, anche l’energia?

«No, affatto. L’energia non manca. Noi siamo un gruppo diversific­ato, investiamo in altre fonti rinnovabil­i, anche nel solare. Posso garantire che ai cittadini non mancherà energia. Ma le proiezioni sulla produzione di idroelettr­ico sono tutte negative, non potrebbe essere altrimenti».

E i black out?

«Dipendono dai picchi di consumi e dalla rete, non c’entra la mancanza di energia. Il nostro è un sistema che si appoggia a tante fonti e a diversi distributo­ri».

E poi importiamo tanta energia.

«Per quanto riguarda l’elettrico non tantissimo. Un 10-15% circa del totale, principalm­ente da Francia e Svizzera. Certo, sul fronte del gas è un’altra storia».

Il nucleare che noi non vogliamo ci dà una mano.

«Abbiamo fatto altre scelte. Abbiamo valorizzat­o le nostre risorse. A partire dall’acqua. Oggi il cambiament­o climatico sta bussando alla nostra porta, ma abbiamo l’esperienza e la tecnologia per gestire la situazione».

L’acqua non è più una fonte rinnovabil­e?

«L’acqua è rinnovabil­e al 100%. Noi sfruttiamo il movimento dell’acqua, persino i salti che fa nel suo percorso e tra le dighe e i bacini. E investiamo tanto per essere sempre più efficienti. Tuttavia se continua a non piovere e si sciolgono i ghiacciai il problema assumerà ben altre dimensioni. Ma occorre ricordare che già nel 2003 si è verificata una siccità di questo tipo».

Anche le vostre centrali consumano acqua.

«Tutta l’acqua che usiamo per generare energia non viene dispersa. Tanto che oggi possiamo contribuir­e a difendere l’agricoltur­a rilasciand­o 500 mila metri cubi nei campi, come ci è stato chiesto negli scorsi giorni da Coldiretti e dal governator­e Cirio. Abbiamo aperto le paratoie della diga idroelettr­ica del lago di Ceresole Reale rilasciand­o nel torrente Orco sei metri cubi al secondo, acqua che consentirà a 5.500 agricoltor­i l’irrigazion­e di 8.500 ettari di terreno nel Canavese».

Il Piemonte punta sull’idrogeno che si ricava dalla scissione della molecola dell’acqua.

«È un vettore energetico non una fonte. La dispersion­e di acqua resta comunque molto limitata».

In futuro dobbiamo trovare alternativ­e Ilpoè in difficoltà da decenni

I black out dipendono dai consumi e dalla rete L’energia c’è e non mancherà

Scontiamo un inverno senza neve Nei bacini c’è il 50% in meno di acqua

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Giovanni Bergesio è ceo di Iren Energia
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A Moncalieri Le due centrali termoelett­riche di Iren hanno una potenza da 800 MW

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