Corriere Torino

Per l’inclusione sociale c’è una villa a Leini che è più di un rifugio

Donata da una coppia. Il Comune vi accoglierà chi è in difficoltà

- Simona Lorenzetti

Era il 1954 quando i coniugi Cavigliett­o, Andrea e Francesca, decisero di donare la loro villa all’ospedale Capirone di Leini. Avevano 78 e 72 anni ed erano cresciuti nella cittadina canavesana. Lì avevano messo radici e dalla loro unione era nata una figlia, Gioconda. Una ragazzina tenace che crescendo aveva scoperto la vocazione per il prossimo, diventando medico condotto. Aveva solo 40 anni quando morì. E i genitori, rimasti senza eredi, decisero che donare quella casa fosse il modo migliore di onorare il ricordo della figlia. L’atto, che è ancora presente negli archivi del Comune, stabiliva che la villa «fosse destinata a vantaggio dei poveri». Settant’anni più tardi, nel giugno 2021, il Comune di Leini ha deciso che quell’immobile dovesse rispettare la vocazione originaria e diventare un punto di riferiment­o per cittadini fragili ed economicam­ente disagiati. E così la bella villa in stile liberty è stata ceduta in comodato d’uso all’unione Net (Unione dei Comuni Nord Est di Torino) che la trasformer­à in un centro di accoglienz­a temporanea per persone in difficoltà, con servizi di orientamen­to e di «stazione posta». Il recupero dell’immobile, che da circa vent’anni era in disuso — negli anni Novanta era la sede della Croce Rossa locale —, è possibile grazie ai fondi del Pnrr. Il progetto prevede un investimen­to complessiv­o di un milione e 800 mila euro. Il primo step è la ristruttur­azione della villa, che impegnerà gran parte del finanziame­nto: circa 900 mila euro. Poi si entrerà nella fase operativa, per la quale sono stanziati 180 mila euro per i primi tre anni. A gestire il centro servizi, per una durata che si ipotizza di almeno 20 anni, sarà la Cooperativ­a Valdocco.

La parola d’ordine è «inclusione sociale». Lo spiega il direttore di Unione Net Stefano Maggio: «Il target a cui ci rivolgiamo è rappresent­ato da persone adulte che si trovano a vivere in situazioni di marginalit­à sociale, come clochard, padri separati che hanno perso la casa e tutti quei cittadini che hanno o hanno avuto problemi di dipendenza. In questa prima fase sono previsti servizi di orientamen­to e reinserime­nto sociale. Percorsi mirati che aiutino i cittadini a riconquist­are la propria vita. Negli anni ci siamo resi conto che molti di coloro che vivono situazioni di disagio hanno bisogno di essere motivati e imparare a gestire la quotidiani­tà». Tra le iniziative anche la «stazione posta»: in pratica, chi non ha una residenza potrà utilizzare l’indirizzo del centro per far recapitare pacchi e ricevere documenti. In un secondo momento il progetto verrà declinato nella versione housing: micro-alloggi per ospitare temporanea­mente chi ha perso la casa. «È un progetto a cui teniamo molto — racconta il sindaco di Leini Renato Pittalis —. In epoca di crisi economica sarebbe sbagliato pensare di occuparsi solamente della ricostruzi­one della classe media della società. Questa iniziativa si rivolge ai più deboli e questo è un segnale importante. Il lascito prevedeva che la struttura fosse dedicata ai bisognosi e noi vogliamo che venga rispettato il desiderio della famiglia Cavigliett­o».

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La villa potrà essere utilizzata come indirizzo per farsi recapitare pacchi e documenti. Diventerà un progetto housing per accogliere temporanea­ment e chi chi non ha un tetto
Stazione posta e alloggi La villa potrà essere utilizzata come indirizzo per farsi recapitare pacchi e documenti. Diventerà un progetto housing per accogliere temporanea­ment e chi chi non ha un tetto

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