Elisa a impatto zero: «Canto per il clima e le bellezze d’italia»
Il parco di Stupinigi, il vallone di Sant’anna e il forte di Bard: sono i palchi suggestivi dei tre prossimi concerti della cantante triestina «Tutto sarà green»
In missione per conto dell’onu. Si presenta con un nuovo e prestigioso ruolo, Elisa, al cospetto del pubblico piemontese e valdostano: la cantante di Monfalcone è «Alleata» ufficiale della campagna Sdg Action delle Nazioni Unite, in un tour che nei prossimi giorni toccherà luoghi che trasudano bellezza solo a nominarli. Giovedì 30 giugno alla Palazzina di Caccia di Stupinigi (per il Sonic Park), domenica 3 luglio ai 1.500 metri del Vallone di Sant’anna a Sampeyre (con inizio alle 13) e mercoledì 6 luglio alla Fortezza di Bard. Con un unico obiettivo: lottare (e cantare) per un futuro sostenibile.
«Per me questa collaborazione con l’onu è un grande onore», dice Elisa. «Abbiamo la possibilità di innescare una presa di coscienza collettiva e rivoluzionaria per la lotta al cambiamento climatico».
In che senso rivoluzionaria?
«La campagna si muove dal basso. Non parte dal mondo “corporate” ma dalle persone, i cittadini, le azioni quotidiane. È un percorso bello, complesso, incentrato sugli individui e non sul profitto. Sarà difficile, ma è giusto tentare. Iniziando dalla comunicazione, spiegando cosa è davvero sostenibile e cosa non lo è. In questi mesi mi sono accorta che il problema più grande è la disinformazione».
Spesso il miglior messaggio è l’esempio: in cosa sarà «verde» questo tour?
«Lo è già a partire dal palco. Ne ho voluto uno che, quando devi spostarlo, stia su un unico camion: non succedeva da anni. Poi c’è il Green Village, lo spazio che affiancherà i live e in cui si alterneranno incontri e una vetrina per la produzione gastronomica locale e stagionale. Abbiamo eliminato la plastica e tenuto lontano il “greenwashing”: stiamo facendo un lavoro etico molto attento nella selezione dei partner, abbiamo rifiutato parecchi soldi da aziende che non ci convincevano sulle loro motivazioni».
Il cuore ambientalista di Elisa è una novità o batte da anni?
«È dall’inizio della carriera che mi sento la coscienza un po’ sporca per certe abitudini del mio settore e provo a cambiare qualcosa. Le prime copertine di dischi in carta riciclata le abbiamo fatte nel 2003. Poi siamo passati al packaging organico, abbiamo iniziato a usare auto ibride e così via».
Dal punto di vista musicale, che concerto sarà?
«Molto ricco a livello vocale: sul palco saremo in undici, con cinque coriste. È una scelta legata ai brani dell’ultimo disco, che hanno parti corali importanti. Ma ci saranno anche tanti classici: ruoteremo un repertorio di 50 brani».
Una palazzina barocca, una valle di montagna, una fortezza. Ed è solo il ramo nordoccidentale del tour. Come mai queste location insolite?
«Perché noi italiani siamo cittadini del mondo, ma abbiamo anche radici forti. Volevo che in questo tour, il primo
“vero” dopo il Covid, emergessero con tutta la loro bellezza e personalità. Toccheremo tutte le regioni d’italia e suoneremo in posti decisamente meno anonimi del classico palasport. Molti non li conosco nemmeno io: spero saranno una bella sorpresa sia per me sia per il pubblico».
Una bella sorpresa è stato l’incontro con i Marlene Kuntz.«davvero! Da ragazzina ero andata a un loro concerto in Friuli, poi non ci eravamo più incrociati. Abbiamo scoperto che stiamo portando avanti la stessa battaglia ambientale».
Lei però sembra più ottimista di Cristiano Godano.
«Ma no, lo è anche lui. Sul palco forse appare più scuro e pessimista, ma è un superdolcione. E ci crede davvero: la mattina dopo l’evento alla Mole Antonelliana per Cinemambiente, era già in bici che pedalava verso le montagne».
Alla Mole vi siete inventati una performance affascinante, tra le cavalcate strumentali dei Marlene e i suoi vocalizzi. Dopo l’onu, è l’inizio di un’altra alleanza?
«Era tutto improvvisato e ci siamo divertiti come pazzi. Stiamo parlando, chissà che non ci sia la possibilità di fare qualcos’altro assieme».
❞ Le scelte sostenibili Il palco smontato sta tutto su un solo Tir. Poi c’è il Green Village, partner “etici” e niente plastica