«Il mio libro scritto respirando la Torino di Dario Argento»
Barbara Baraldi, autrice di Dylan Dog, pubblica un nuovo romanzo «Ho scelto di ambientarlo nella città dov’è nato “Profondo rosso”»
«Dopo Bologna, Torino è la mia città. Coltivo da sempre il desiderio di ambientare una storia tra le sue strade, tra i suoi palazzi, maestosi monoliti radicati nell’asfalto. Aurora mi ha dato la possibilità di metterla al centro di un intero universo narrativo». E Aurora, ben intesi, non è il quartiere dove ben si potrebbe ambientare una storia noir come quelle che scrive Barbara Baraldi, che è scrittrice di thriller e sceneggiatrice di Dylan Dog. L’ultimo suo nato, pubblicato da Giunti, è Cambiare le ossa. In questo romanzo, ambientato a Torino, riappare la sua protagonista Aurora Scalviati che ritorna nella sua città e anche su un caso di 34 anni prima chiuso proprio da suo padre la notte in cui lei è venuta al mondo. Nel 1988, Tito Ferretti ha 4 anni e vede il mostro uccidere sua madre e l’amante. Insomma, non vi è certezza di molte cose, ma che Torino sia una città talmente noir da attrarre narratori perfino da fuori, questo, è più che assodato: «Conosco Torino molto meno di quanto vorrei — prosegue la scrittrice — ma sono sedotta da una sorta di magia invisibile, da una certa discrezione che percepisco dalla distanza. Ho cercato di studiarla tramite libri, articoli, cinema. Il mio primo contatto con Torino è avvenuto attraverso Profondo rosso che è un film che non smetto mai di guardare. Prima di scriverne, però, ho sentito l’esigenza di trascorrere del tempo in città per respirarne l’atmosfera, e ovviamente le prime tappe del mio viaggio sono state proprio le location del film di Dario Argento. È ammantata di storia, tradizioni, bellezza e mistero. Ed è ricca di contraddizioni, che sono il terreno più fertile per il noir». Nei suoi libri non mancano i mostri, il sangue, il ter
Il cinema di Ulrich Seidl non fa sconti. Con il suo stile solo apparentemente estetico (talvolta simmetrico fino all’ossessione) stuzzica i mostri dell’animo provocando rabbia e sottile disagio; incontrarlo al Cinema Massimo, domani alle 20.30, in occasione dell’anteprima cittadina del suo ultimo film Rimini, potrà essere un’imperdibile occasione per rore, il pericolo che sentiamo vibrare sotto la pelle poiché sappiamo, dati anche i fatti di cronaca ogni giorno più cruenti ed efferati, quanto l’essere umano sappia essere spregiudicato con la violenza. Questa attitudine a rendere la brutalità fruibile, fa di Baraldi un’autrice apprezzata dagli amanti del genere. «Quando scrivo procedo a visioni. Durante la stesura di un romanzo, so di doverle trasferire a chi legge tramite una sorta di affrontare il suo cinema con maggior consapevolezza. Se con Canicola il 70enne regista viennese aveva giocato con una galleria di «mostri» da villette a schiera in un ideale precursore austriaco di Favolacce, con la trilogia di Paradise affronterà le virtù teologali di amore, fede e speranza dal punto di vista di tre membri della stessa famiglia. Tra i suoi «imperdibili» conversazione privata, diretta, mentre nel fumetto il mio primo lettore è il disegnatore: è a lui che devo trasmettere le suggestioni della storia, perché è l’intermediario con i lettori veri e propri». E la paura? Come e quando si fanno i conti con essa? Sarebbe interessante comprendere se chi ne scrive ne sia scevro oppure se la creatività non sia altro che un modo per trovare una via di fuga. «Sono nata in campagna e forse anche per questo ho imparato a conoscere presto la paura: nelle leggende tramandate dai nonni, nei versi delle civette, la notte, in quello spazio misterioso nascosto dalla nebbia. Cercare di ignorare i mostri, e la paura, non fa che generare altri mostri. Scrivo (anche) per comprendere la natura di questi mostri, e per trovare nuovi modi per convivere con la paura».
In Cambiare le ossa», Aurora ritrova quel Tito Ferretti un tempo bambino, massacrato con un antico spaccaossa, terza vittima di un assassino che agisce con una precisa dinamica. Baraldi si pone come transfer dei suoi protagonisti: «Aurora è assolutamente reale. Sono fermamente convinta che i personaggi esistano da qualche parte e lo scrittore sia una sorta di medium capace di portarli in questo lato dell’universo. Aurora è una di noi, con il suo bagaglio di talenti e di insicurezze. È irrequieta, si evolve a ogni romanzo, non resta mai uguale a se stessa. Ora la sua storia è giunta a un punto cruciale, con il confronto con il suo passato. Da questo momento in poi, comincerà un nuovo ciclo». sono da segnalare anche Import / Export e Safari, doc sull’assurda caccia grossa a zebre e giraffe, secco e crudele come uno sparo.
Rimini è reduce dalla Berlinale e racconta la vicenda di un anziano cantante, ex stella del folk austriaco, che per sopravvivere si esibisce in squallidi alberghetti, sottobosco di una Rimini inconsueta e lunare. (f.div.)
«Cambiare le ossa» vede il ritorno del personaggio di Aurora Scalviati