Corriere Torino

Abusi sulle donne cala l’età media di chi denuncia

Picco: «Brave a raccontare i primi segnali»

- Lorenzetti, Massenzio

Scorrendo i dati di telefono Rosa sconvolge constatare che sono 30 le ragazzine sotto i 16 anni che hanno chiesto aiuto. Accanto a loro, altre 173 donne tra i 16 e i 29 anni hanno deciso di ribellarsi. In sostanza, poco meno di un terzo di coloro che hanno subito violenza ha meno di 30 anni. Cala dunque l’età media di chi reagisce. «Lo fanno per se stesse o per i genitori» rileva l’associazio­ne. E Leila Picco, promotrice del progetto «Una stanza tutta per sé» aggiunge: «Bene che si segnalino le prime avvisaglie. Vuol dire che la sensibilit­à è aumentata».

«Affermare che il 2021, rispetto al precedente, sia stato un anno di ripresa post-pandemia può essere parzialmen­te vero per alcuni settori. Per la violenza maschile sulle donne possiamo invece affermare che nulla è cambiato». Parte da questa premessa la riflession­e offerta da Telefono Rosa, che ha raccolto in un report di cento pagine un’analisi puntuale del fenomeno lontano dall’essere fermato: i dati dimostrano come il 65 per cento delle donne sia a rischio, possa in sostanza ritrovarsi a vivere in un contesto violento. Nel 2021 sono state 744 le vittime accolte dall’associazio­ne coordinata dalla presidente Lella Menzio e dall’avvocato Anna Ronfani (vicepresid­ente), ma sono state ben 5.017 quelle che hanno preso contatti con le volontarie.

Sconvolge constatare che sono 30 le ragazzine sotto i 16 anni che hanno trovato la forza di chiedere aiuto. Accanto a loro, altre 173 donne di età compresa tra i 16 e i 29 anni hanno deciso di ribellarsi. In sostanza, poco meno di un terzo di coloro che hanno subito violenza ha meno di 30 anni. «Quando citiamo questi dati non pensiamo mai sia opera del caso — si spiega nella relazione —. Spesso, a seguito delle diverse iniziative di formazione rivolte al mondo giovanile, assistiamo a un incremento di contatti da parte di ragazze: lo fanno per sé, a volte per la loro madre o per altri familiari. Molte più giovani hanno consapevol­ezza dell’abuso subito». Ma l’odio e l’arroganza maschile investono tutte le fasce di età, anche le più avanzate: sono 21 le vittime che hanno più di 70 anni.

II 40 per cento delle donne che si sono rivolte a Telefono Rosa è nubile, il 34 è sposata o convive, il 22 invece è separata. Il 41 per cento è diplomata, il 36 ha la licenza media e il 15 è laureata. E ancora il 30 per cento ha un lavoro stabile, mentre il 20 è precaria. Statistich­e che non vogliono essere l’identikit di chi subisce violenza — «la vittima perfetta non è esiste, è inutile e fuorviante andare alla ricerca del prototipo di donna persone offesa» —, ma mettere in luce la trasversal­ità delle dinamiche violente che serpeggian­o nella nostra società. Una società — si fa notare nel rapporto — in cui spesso le adolescent­i ritengono normale che il fidanzato vieti loro di uscire con le amiche o che controlli il cellulare. Una società in cui la differenza di genere non è rimarcata solo tra le mura domestiche, ma anche negli ambienti di lavoro o scolastico. In aumento è la violenza psicologic­a.

La sottomissi­one della compagna, moglie e figlia passa sempre attraverso lo svilimento della persona e delle sue capacità di prendersi cura di sé, della famiglia, dell’attività profession­ale. Ben il 27 per cento delle donne racconta alle volontarie umiliazion­i, insulti e mortificaz­ioni. Certo, ci sono anche le botte, gli schiaffi e i calci, che spesso vanno di pari passo con la violenza economica che priva la vittima di una forma di sostentame­nto: il 63 per cento di chi che ha intrapreso il percorso per allontanar­si dal proprio aggressore non aveva un’autonomia economica.

Le donne che si rivolgono a Telefono Rosa lo fanno con imbarazzo, paura, tenendo gli occhi bassi per la vergogna. Nutrono sensi di colpa, come se a sbagliare fossero state loro. E ancor prima che per se stesse temono per i propri figli, vittime al loro volta del vivere in un ambiente tossico: nel 37 per cento dei casi i bambini hanno assistito a scene di violenza familiare. Dal rapporto trapela l’ennesima conferma che la violenza «possiede le chiavi di casa». I numeri, infatti, ci dicono anche che gli aggressori sono per il 65 per cento il coniuge, il convivente, il fidanzato e ovviamente gli ex. E nel 58 per cento dei casi sono insospetta­bili: non hanno dipendenze da alcol e droga e nessun precedente penale.

Nel 2021 le vittime accolte sono state 744 ma oltre 5 mila hanno contattato le volontarie Dati di Telefono Rosa

Sono 30 le ragazzine sotto i 16 anni che hanno trovato la forza di chiedere aiuto Le giovanissi­me

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