«I miei separati, io soffro»
«Avolte sento che vorrei farmi del male. Sento la testa che mi scoppia e un’incapacità di uscire da alcune situazioni di stress, soprattutto con la mia famiglia». Inizia così la lettera di una ragazzina di 15 anni che si è rivolta a Telefono Rosa. L’adolescente non è stata picchiata o stuprata, ma è vittima di una delle tante facce della violenza. Una delle più subdole e anche delle più difficili da riconoscere e intercettare. «I miei genitori sono separati, ma continuano a odiarsi e non fanno altro che parlare male l’uno dell’altro e spesso mettono in mezzo me e mia sorella». La ragazzina si racconta a cuore aperto: «Mia madre è una persona esausta, sfinita, avvilita dai troppi anni ricolmi di botte e maltrattamenti da parte di questa specie di marito e padre-padrone che continua ad assillarla nonostante siano trascorsi due anni dalla separazione: lui la tormenta e controlla ogni nostro spostamento. Io non sopporto più questa situazione e mi sento in colpa verso mia madre. Non riesco più a reggere il peso di questi sentimenti, sono troppo arrabbiata e anche stanca. Vorrei vivere in modo spensierato come i miei amici, invece sto sempre male». Impotenza e frustrazione di non trovare una via di uscita la tormentano. «Vorrei smettere di soffrire. Non riesco a parlane con nessuno, mi vergogno della mia famiglia, con i miei compagni di scuola ripeto discorsi e luoghi comuni». La sua lettera è il grido di aiuto di chi sta cercando la forza di reagire e di ritrovare se stessa: «Non riesco a riavvolgere il nastro delle violenze, non sono capace di parlare di quello che provo. Razionalmente mi sforzo, ma mi sembra di combattere con un’altra me stessa più forte, che me lo impedisce e me lo impedirà finché potrà». (s. lor.)