Corriere Torino

Trenta startup possono bastare?

- Di Christian Benna

Diceva Quintino Sella che «in Italia non v’è abbastanza desiderio di arricchirs­i per mezzo del lavoro e del risparmio. Regna una inattività generale». Era il 1868, il Paese ancora in fasce, e lo statista, politico e scienziato di Mosso si preparava al terzo mandato da Ministro delle Finanze del Regno d’italia. Biella oggi come allora era ed è una provincia operosa, a trazione industrial­e e a vocazione tecnologic­a, più vicina a tante contee inglesi che a province italiane. Eppure quella spinta innovativa che creava «lavoro e risparmio», banche e aziende di filati, ora sembra fermarsi nel perimetro della grandi aziende senza diffonders­i troppo tra le nuove leve. Secondo l’ultimo report del Mise sulle startup innovative, il biellese ne ospita appena 32, la metà di quelle di Pordenone, un quinto di Pisa, 5 in più rispetto a Trapani. E non consola che i coraggiosi 32 startupper rappresent­ino più del 5% delle nuove società biellesi. In Piemonte oggi c’è «abbastanza» desiderio di arricchirs­i con il risparmio, ma in pochi investono quei denari per creare benessere attraverso lavoro e tecnologia.

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