C’è un agronomo in cantiere «Così faccio fiorire gli edifici»
Flavio Pollano progetta giardini verticali per hotel, condomini e uffici
Non solo tetti verdi, ma anche giardini verticali. Ecologici, naturali e dal grande effetto estetico. Per combattere le isole di calore, diminuire lo smog e ridare spazio alla natura dove non ne potrebbe avere. La richiesta di pareti vegetali sta crescendo in modo esponenziale. A Torino è stata da poco completata la seconda facciata del giardino verticale sulla palazzina Aldo Moro dell’università, due pareti verdi affacciate sull’area pedonale di via Sant’ottavio accanto a Palazzo Nuovo. La città di Milano sta sperimentando muri vegetali in edifici privati e pubblici nell’ambito del progetto europeo «Clever Cities». Ma se i pannelli da parete fai da te si trovano persino in vendita su Amazon, attenzione a non confondere fioriere sospese o muri ricoperti da rampicanti con le vere e proprie opere di architettura botanica quali sono i giardini verticali. «Devono avere dietro una precisa progettazione e un’elevata competenza botanica, il muro verde ha bisogno di armonia tra linee e volumi», premette Flavio Pollano, classe 1969 di Pinerolo, dottore agronomo e architetto paesaggista di GMP
Studio. A lui è toccato in sorte di iniziare a lavorare ormai 15 anni fa con il botanico parigino Patrick Blanc, l’inventore dei giardini verticali. «Mi era stato chiesto di realizzare una parete verde per l’hotel Cavalieri di Pinerolo, all’epoca non ne esistevano e con il proprietario sono partito per Parigi», racconta Pollano che da allora realizza e cura i giardini verticali firmati da Patrick Blanc in giro per il mondo. «Le sue sono opere d’arte viventi che riproducono la crescita delle piante tropicali sulle pareti rocciose con un sistema brevettato». Soltanto 4 in Italia, nessuno in Piemonte. La tecnica di Blanc prevede una struttura in pvc applicata a profilati metallici (tassellati alla parete come per un cartongesso), separata e aerata rispetto al muro originario. «Il pvc impermeabilizza e regge un doppio strato di feltro in cui vengono inserite le taschine dove le piante radicano — spiega Pollano —. Il feltro è imbevuto di acqua con micro dosi di concime che arriva in orizzontale a diversi livelli di irrigazione, le piante crescono senza bisogno di terra, di fatto sono idroponiche». Altre tecniche prevedono invece muri a doppia parete grigliata, una sorta di gabbia dallo spessore di 20-30 centimetri in cui si inseriscono substrati di radicazione, come muschi disidratati e pressati o terricci. Esistono anche pannelli precoltivati, con tasche di terra dove le piantine crescono prima in vivaio. In questo caso la parete verde si monta a moduli, una sorta di prefabbricato. Il costo oscilla tra i 200 euro a metro quadro fino ai mille euro e oltre dei muri firmati in esclusiva da Blanc. «A prescindere dalle tecniche utilizzate e dalle performance ottenute, c’è una crescita esponenziale delle richieste — prosegue Pollano —. Sono tante le ditte italiane che realizzano muri verdi, ognuna con i suoi sistemi». Come ogni giardino, anche le pareti verdi vanno gestite e seguite nel tempo. Ma promettono un immediato effetto rinfrescante naturale.
Botanica al mq
L’architetto torinese lavora al fianco di Patrick Blanc, inventore delle pareti verdi