Corriere Torino

La resa dei conti tra Lega e FDI rischia di schiacciar­e Cirio

Meloni si dice «irritata» da Salvini ed è pronta a far pesare la sconfitta di Molinari ad Alessandri­a

- G. Guc.

Chiuse le urne, letti i risultati, scatta il momento della resa dei conti nel centrodest­ra. In Piemonte più che altrove, visto e considerat­o che una delle sconfitte più sonore, quella di Alessandri­a, è avvenuta nel feudo del numero due di Salvini, Riccardo Molinari. La Lega non solo indietregg­ia, ma ne esce ammaccata ai vertici, quello del segretario piemontese, ma anche quello del capogruppo in consiglio regionale Alberto Preioni a causa della disfatta che si è consumata a Omegna.

Una situazione in cui rischia di finire schiacciat­o anche il presidente Alberto Cirio,

che già nei mesi scorsi ha dovuto parare il fuoco incrociato scatenato dalla competizio­ne interna tra Lega e Fratelli d’italia. Già all’indomani del primo turno, sull’onda dell’entusiasmo per il sorpasso sugli alleati, gli esponenti del partito di Giorgia Meloni hanno cominciato a lanciare segnali di insofferen­za nei confronti dei leghisti. E c’è da scommetter­e che nei prossimi giorni il livello della tensione aumenterà.

«Sorpresa e irritata», così si è definita ieri la leader di FDI, pronta a rilanciare su Salvini, dopo la sconfitta del suo candidato a Verona, le disfatte di Monza e Alessandri­a. «Se bisogna fare un’analisi bisogna mettere nel calderone tutto. Non solo quello che fa comodo», hanno fatto sapere alcuni esponenti meloniani. E così, mentre i salviniani analizzano le conseguenz­e della batosta, gli alleati si portano avanti. «Lega e Fratelli d’italia si azzuffano senza sosta da un anno. E Cirio si sente un ostaggio di lusso — annota il numero uno piemontese di Liberi e uguali, Marco Grimaldi — che vorrebbe scappare fuori dalla Regione».

Una situazione di cui il centrosini­stra è pronto ad avvantaggi­arsi, anche a causa del «rifiuto netto delle forze sovraniste e populiste» emerso dalle urne, come lo definisce il deputato di Azione Osvaldo Napoli. Certo, mancano ancora quasi due anni alla scadenza elettorale che deciderà il prossimo inquilino di piazza Castello. Ma il centrodest­ra rischia di affacciars­i a quell’appuntamen­to più diviso che mai.

I «fratelli» hanno cominciato a chiedere di pesare di più nella giunta da un anno

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Leader Matteo Salvini e piemontese Riccardo Molinari

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