Corriere Torino

Aborto, il 46% è obiettore di coscienza

- S. D. C.

Un medico piemontese su due è obiettore di coscienza e, nelle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola, la quota di chi non presta servizio per le interruzio­ni volontarie di gravidanza tocca punte del 90%. Il diritto alla libera scelta delle donne sul proprio corpo, che in Italia dovrebbe essere garantito dalla legge 194, rischiereb­be di essere messo in pericolo nella sua forma attuativa. Il dato arriva da una richiesta di accessi agli atti fatta da Domenico Rossi (vicepresid­ente della Commission­e Sanità della Regione, partito Democratic­o) e Silvio Viale (ginecologo all’ospedale sant’anna, tra i primi a sperimenta­re la pillola abortiva, e consiglier­e comunale a Torino) alle Aziende sanitarie e Ospedalier­e piemontesi. Dal documento si apprende anche come la media regionale di dirigenti medici specializz­ati in ginecologi­a e ostetricia obiettori di coscienza sia del 46,54% ma nell’asl di Novara del 90% (10 su 11), nell’aou Maggiore dell’80% (17 su 21). Non solo. Le percentual­i sarebbero molto alte anche nei presidi ospedalier­i di Novitorton­a e Casale-acqui, (rispettiva­mente 77,78% e 75%) e a Rivoli. «La Regione deve intervenir­e affinché ovunque sia garantito il diritto alla salute e alla libera scelta delle donne» spiega Russi. Più ottimista Viale, secondo il quale oggi, «su 390 ginecologi 197 sono obiettori (50,5%) e 193 non obiettori (49,5%) mentre, nella relazione del Ministro riferita al 2020, su 364 ginecologi gli obiettori sarebbero stati 233 (64%) e i non obiettori 131 (36%)».

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