Corriere Torino

«La finanza sociale è possibile. E lo spiego in un podcast»

Alex Campra debutta con una serie tutta da ascoltare sugli investimen­ti sostenibil­i

- Sofia Francioni

Che cosa s’intende per finanza a impatto? E per social investment? Qual è il ruolo di un impact leader? Con l’ambizione di rispondere a queste domande, ma non solo, nasce a Torino il nuovo salotto dell’imprendito­ria innovativa: un podcast che a partire da oggi e per tutto il 2022 guiderà ascoltator­i e aziende attraverso i temi della finanza a impatto sociale, dell’innovazion­e e della sostenibil­ità.

Tramite una serie di puntate di 20 minuti e pubblicate con cadenza mensile «partirà una panoramica sul futuro dell’economia proprio da questa città, ormai diventata un modello e un punto di riferiment­o per le imprese a impatto sociale», spiega Alexandre Campra, presidente della onlus Giovanni Battista Mossetto, ceo del gruppo Sidinvest, membro del Club degli investitor­i e conduttore del nuovo salotto.

Presidente Campra, dove possiamo ascoltarla?

«Sul sito della nostra onlus (www.gbmossetto.it, ndr) e su tutte le piattaform­e ufficiali tra cui Spotify e Audible».

Chi sono i primi ospiti e quali saranno le voci del 2022?

«Alti esponenti della finanza a impatto sociale, dell’imprendito­ria, dell’edilizia biososteni­bile e dell’innovazion­e a livello nazionale. Apriamo il nostro salotto con la presidente di Ance, Regina De Albertis, che ci parlerà di rigenerazi­one urbana post pandemica e di come sveltire i processi burocratic­i legati al mondo delle imprese. Altra voce sarà quella di Laura Orestano, ceo di Social fare, il primo centro in Italia che investe soltanto in startup innovative che hanno un impatto sociale. Per gli altri ospiti, invito tutti a restare in ascolto».

Perché questo podcast dovrebbe interessar­e anche i non addetti ai lavori?

«Per essere investitor­i o acquirenti consapevol­i: un cittadino, se informato, può infatti decidere a quali aziende rivolgersi per acquistare una casa a basso impatto energetico. O può, da lavoratore, rivolgersi a quelle imprese che sostengono oltre al loro business anche lo sviluppo del territorio in cui vive».

Definisce Torino un modello per le imprese a impatto sociale, perché?

«Questa città è stata in grado di reinventar­si: ha dismesso i panni della Motorcity per inseguire l’innovazion­e, grazie anche a realtà come il Politecnic­o di Torino e al settore aerospazia­le. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una grande crescita di progetti portati avanti da startup e aziende torinesi in prima fila per l’impatto sociale come nuovo volano del business del futuro».

Regina De Albertis, parla di rigenerazi­one urbana; Laura Orestano di startup

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