«Se non si rispettano le regole, meglio il liberi tutti»
Confesercenti e Ascom: non solo le grandi catene, c’è anche la concorrenza del web
Saldi o non saldi? Il dibattito ritorna. La questione non è solo se tenere le due finestre annuali di vendite scontate, quanto nella possibilità delle grandi aziende di anticipare i saldi tra Black friday o Black summer. «Negli anni non si è ancora riusciti ad arginare il fenomeno. Solo se c’è il rispetto delle regole da parte dei grandi colossi, web compreso soprattutto — dichiara Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino — avrebbero senso i saldi. Se non fosse possibile regolarizzare a quel punto meglio il liberi tutti». Quindi la possibilità di decidere la possibilità di sconti nel proprio negozio seguendo le richieste di mercato senza aspettare date fisse. «I saldi però hanno ancora un senso. Magari non hanno più l’effetto di un tempo, ma è comunque una data: pensiamo a tutte quelle città che organizzano feste ed eventi proprio per celebrarne l’inizio. È un rito sociale — ribatte Maria Luisa Coppa, presidente di Confcommercio Torino —. Dobbiamo chiederci però perché Amazon o la Rinascente riescono a promuovere sconti anche del 50% venti giorni prima dell’inizio dei saldi. È ingiusto. Non ci tutela». I saldi insomma servono, ma solo se non ci fossero i pre saldi. «Una volta il nostra antagonista era l’abusivismo. Ora sono le grandi catene — continua Coppa —. Mentre il turismo o l’immobiliare stanno risalendo, la moda intesa come abbigliamento, accessori e gioielleria è rimasta ferma. In qualche modo però dovevamo pur difenderci: anche Confcommercio ha inaugurato quest’anno la prima campagna di pre saldi. Ovviamente senza inventarci nulla: sui grandi e sui piccoli affiliati abbiamo portato avanti una campagna di marketing attraverso la digitalizzazione». Basta aprire Instagram o Facebook: è un tripudio di storie, di percentuali di sconto. Per la prima volta antecedendo i saldi. «Aspettiamo i risultati, sapendo di avere una possibilità in più nei negozi: il guardarsi negli occhi, il provare davvero un vestito — conclude Coppa —. I saldi servono perché permettono un controllo. Altrimenti chi mi assicurerebbe che almeno due volte l’anno i prezzi vengono davvero abbassati?».
«Mentre il turismo o l’immobiliare risalgono abbigliamento e accessori sono fermi»