Corriere Torino

Il Covid fa ancora paura contagi a quota 6 mila

Di Perri: «Ricoveri in salita, ma riguardano persone con fragilità»

- Simona De Ciero

Nuova impennata di casi Covid in Piemonte dove ieri il Dirmei ha registrato 5.861 ulteriori positivi, un decesso, 319 (+18 in 24 ore) ricoveri nei reparti ordinari e 11 (+1 rispetto a lunedì) in terapia intensiva. «Un andamento in salita ma che, per ora, evidenzia polmoniti meno gravi rispetto alle ondate dello scorso novembre e che, soprattutt­o, riguardano per lo più persone con un quadro di generale fragilità — spiega Giovanni Di Perri, direttore malattie infettive all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino — in buona sostanza, al momento è verosimile ipotizzare uno scenario pandemico che sta gradualmen­te avvicinand­osi a quelli influenzal­i, non fosse che per una differenza che ancora persiste e che non è trascurabi­le: a differenza dei virus stagionali, il Sars-cov-2 si sta diffondend­o costanteme­nte tutto l’anno». E in Piemonte continua a salire anche il tasso di positività ai tamponi, che in pochi giorni è passato dal 18% al 22,8%. Inutile girarci intorno, quindi: anche qui, come nel resto d’italia, si assiste a un graduale peggiorame­nto dell’andamento pandemico. Infatti, nonostante il tasso d’incidenza (ogni 100 mila abitanti) sia tra i più bassi del Paese (insieme a quello della Valle d’aosta) il dato locale si attesta a un valore puntuale pari a 379,2 contro il 258,4 della settimana precedente e, addirittur­a, il 167,3 di due settimane fa. Non solo. Mentre a metà giugno l’occupazion­e dei posti letto in reparto si fermava al 3,5% e la settimana successiva saliva solo di 0,2 punti percentual­i (al 3,7%), nell’ultima settimana si è attestata al 4,4%. Stessa cosa nelle terapie intensive dove si è passati dall’1,3% al 1,6% attuale. A crescere, infine, è anche il tasso di positività ai tamponi che, dal 6,3%, è salito al 9,3% e, oggi, al 12,9%. In ogni caso, però, l’andamento attuale «tende a rincuorare noi epidemiolo­gi e farci sperare in una decrescita della recrudesce­nza dell’aggressivi­tà virale che, per ora, sta mostrando una capacità di nuocere di gran lunga inferiore alle prime varianti — continua Di Perri — anche perché, è bene ricordarlo, in pochi mesi abbiamo avuto un’escalation di contagi almeno tre volte superiore, nei numeri, a quella registrata lo scorso novembre, in piena seconda ondata». A proposito di varianti, stando agli ultimi dati diffusi da Arpa e relativi a campioni prelevati il 20 giugno scorso nei depuratori piemontesi, non ci sarebbe ancora la dominanza di mutazioni del Covid mentre si confermere­bbe la presenza di Omicron 3, 4 e 5. Secondo l’infettivol­ogo dell’amedeo di Savoia, però, resta importante sapere di poter contare sul nuovo vaccino, che «dovrebbe esser pronto, ma ancora non è noto se anche in distribuzi­one, entro settembre e che dovrebbe diventare, proprio al pari di un antinfluen­zale, un farmaco da somministr­are stagionalm­ente almeno a fragili e anziani». Sono ancora 380 mila i piemontesi che non hanno aderito alla campagna anti-virus: 106 mila over 50 e 121 mila che hanno meno di 11 anni d’età.

Possiamo sperare in una decrescita della recrudesce­nza dell’aggressivi­tà virale

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