Corriere Torino

L’attore allo stadio prova a cantare i cori. «Torino mi sta regalando magnifiche esperienze»

- Di Fabrizio Dividi

 L’attore americano Kevin Spacey è da qualche giorno a Torino in vista della masterclas­s che terrà oggi pomeriggio alle 18.30 al Museo del Cinema e dell’incontro a seguire alle 20.30 al cinema Massimo

 Prima degli appuntamen­ti di questa sera Spacey si è concesso molte escursioni in città. Ieri ha assistito alla partita del Torino

 In dialogo con il direttore del Museo Domenico De Gaetano, Kevin Spacey rievocherà le tappe più importanti della propria carriera e i suoi numerosi personaggi che il pubblico conosce per nome, da Keyzer Söze a John Doe, passando per Jack Vincennes, Lester Burnham, Mel Profitt e Lex Luthor. L’evento è a cura di Marco Fallanca

 Kevin Spacey ha vinto l’oscar nel 2000 come migliore attore nel film American Beauty

«Qual è stato il miglior film della mia carriera? Io spero sempre che sia il prossimo». Kevin Spacey risponde con un sorriso alla domanda del presidente del Toro Urbano Cairo che lo accoglie nel suo box all’olimpico Grande Torino. Spacey ha accettato il suo invito per assistere alla partita contro lo Spezia, e dopo il tradiziona­le rito dell’omaggio della maglia ufficiale con il suo nome iscritto, la 26 come il suo giorno di nascita, si accomoda nella sua poltroncin­a attorniato dai suoi amici più fidati.

Le dimostrazi­oni di simpatia non si contano: dal cameriere che chiede una foto ricordo, al signore che gli dice: «Good morning Keyser Söze»; e lui gli fa serio il segno del silenzio: «Attento — fissandolo dritto negli occhi — non dirlo mai a nessuno». Lo scatto più gettonato è però quello con la Maratona alle spalle: glielo chiedono le decine di tifosi che lo pregano di tifare Toro almeno per un giorno. Chissà che i gol arrivino più facilmente.

Spacey è disponibil­e e sorridente. Si dimostra curioso per la cornice «rosso-granata» che lo circonda. Quando i bambini in divisa si schierano a centrocamp­o in attesa delle squadre scherza: «Non sono un po’ troppo giovani per giocare?». E ancora: «Cosa dice questo coro?»; e quando gli spiegano che è dedicato ai cugini bianconeri, si fa una risata. La partita inizia. Qualcuno gli offre un cremino e dopo averne apprezzato la confezione griffata Toro, sembra gradirne ancor più il contenuto. Poi, quando i tamburi cominciano a dettare il ritmo del tifo, lui batte le mani per accompagna­rli, ma forse solo lo fa solo per scaldarsi un po’.

Intanto segna lo Spezia. «Mi piace il calcio, certo», aveva confessato poco prima, e si vede da come osserva il fallo da rigore sul monitor in attesa del Var. Ha qualche dubbio ma poi conferma: «Il penalty ci stava tutto».

La partita scorre. Con lui tra gli ospiti ci sono il documentar­ista Jakov Sedlar, autore di un film sul primo presidente croato Franjo Tudjman con Spacey protagonis­ta, e suo figlio Dominik regista del remake di «Fuga per la vittoria», oltre all’imprenditr­ice statuniten­se Christine Phipps July.

Ad accompagna­rlo nel pomeriggio dedicato al calcio c’è anche il direttore del Museo del Cinema Domenico De Gaetano: «È un bel modo per rilassarsi il giorno prima della masterclas­s —commenta —; è stato quasi come organizzar­e un festival, sarà una giornata intensa con l’accoglienz­a del pubblico e di giornalist­i da tutto il mondo. Mi spiace solo che la partita non prometta bene». Anche il presidente della Mole Enzo Ghigo si gode il match ma, al contrario del direttore, granata doc, confessa: «Oggi gioco fuori casa, ma — ammette — spero almeno di divertirmi; e poi, anche noi della Juve in questo momento abbiamo qualche problema».

Il secondo tempo comincia con un quasi gol. Ma è solo un sussulto. Tra un’azione e l’altra Spacey si prende qualche pausa. Prima un pasticcino, poi una chat sul suo smartphone; qualche volta prova a intonare un coro, quasi a sostenere la squadra di casa, ma a mez

Segui il Corriere Torino anche su Instagram Inquadra il Qr Code con il tuo cellulare e verrai indirizzat­o al nostro profilo z’ora dal termine prende atto che la giornata non sarà quella giusta per esultare.

Il fischio finale arriva dopo una partita senza troppe emozioni. «Lui si alza di scatto e batte le mani: «That’s it», questo è tutto, esclama per poi allontanar­si con gli altri che lo aspettano per tornare in hotel. L’ultima risposta la dà a chi gli chiede come stia trascorren­do queste giornate: «Ogni singolo momento passato qui — risponde — è stato finora piacevole. Torino mi sta regalando magnifiche esperienze».

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Kevin Spacey al Comunalegr­ande Torino e con la divisa granata che il presidente Urbano Cairo ha regalato al premio Oscar e al presidente del Museo del Cinema Enzo Ghigo
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Magliette con dedica
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