Corriere Torino

PORTÒ MOBY DICK E TOPOLINO SOTTO LA MOLE

- Di Dario Basile Le avventure di Topolino, Trattato di architettu­ra tipografic­a Moby Dick Riso nero Dedalus Il processo Le avventure di Huckleberr­y Finn Siddharta

 Con l’aiuto economico della madre, nel 1924 riesce ad aprire la sua prima tipografia all’ombra della Mole Antonellia­na in via Riberi, 2

 Dalla tipografia di Frassinell­i passava spesso un giovanissi­mo Giulio Einaudi

 Tra i suoi titoli più importanti «Moby Dick» di Melville che Pavese aveva tradotto da due anni ma nessun altro editore aveva accettato di pubblicare

«Quando viaggiavo, ero giovane, mi stupivo sempre di vedere come le persone maltrattav­ano i libri. Il libro è un oggetto prezioso». A scrivere queste parole è Carlo Frassinell­i il tipografo torinese, innamorato del libro come oggetto d’arte e veicolo di cultura, che negli anni Trenta portò per primo in Italia la grande letteratur­a internazio­nale e i primi due numeri de

tradotte da Cesare Pavese. Carlo Frassinell­i nasce nel 1986 ad Alessandri­a d’egitto dove era emigrata sua mamma Vittoria, originaria del Veneto. Carlo frequenta le scuole locali ed impara l’inglese e il francese, cosa che gli servirà nel lavoro futuro. La sua passione è però la grafica e così, all’età di diciotto anni, parte per Torino per frequentar­e la Scuola Tipografic­a e di Arti Affini, all’epoca una delle più rinomate. Terminati gli studi inizia a fare pratica in una tipografia torinese, compone i testi assembland­o i caratteri ma quel lavoro gli va stretto.

Lui punta all’innovazion­e. E così, con l’aiuto economico della madre, nel 1924 riesce ad aprire la sua prima tipografia all’ombra della Mole Antonellia­na in via Riberi, 2. Tramite dei contatti con gli Stati Uniti si informa sulle nuove tendenze grafiche e le perfeziona anche grazie alla collaboraz­ione con il suo amico futurista Filippo Tommaso Marinetti, come lui nato ad Alessandri­a d’egitto. Pensa in grande Frassinell­i, scrive un

e decide di aprire una casa editrice per stampare volumi di pregio. È sempre lui a scrivere: «Quando alla fine del 1931 ho incomincia­to a fare l’editore, ho subito pensato che i miei volumi sarebbero stati anche dei begli oggetti che avrei affidato al tempo, ben disposti nelle librerie». Dalla tipografia di Frassinell­i passava spesso un giovanissi­mo Giulio Einaudi incuriosit­o da tutti i procedimen­ti tecnici. Ed è lì che nasce quella passione quattro «Frassinell­i editore» diviene in pochi anni un piccolo marchio capace di scuotere il clima editoriale dell’epoca. La casa editrice non solo proponeva nuovi titoli ma lo faceva in maniera diversa, più elegante e più moderna. C’è una foto che ha fatto il giro del mondo.

È del 1932, si vedono Pavese, Ginzburg, Antonicell­i e Frassinell­i seduti su un muretto e Frassinell­i è l’unico in maniche di camicia. È il ricordo di una gita che i quattro hanno fatto nelle Langhe vicino a Santo Stefano Belbo, il paese di Pavese. La collana «Biblioteca Europea» che segna l’esordio della casa editrice è destinata a rimanere nella storia dell’editoria italiana. Ha il merito di introdurre nel provincial­e e sonnolento panorama culturale italiano alcuni fra i testi più vivi della letteratur­a internazio­nale. Il primo titolo è di Melville che Pavese aveva tradotto da due anni ma nessun altro editore aveva accettato di pubblicare. Ricorda Claudio Frassinell­i, il figlio di Carlo, oggi ottantaqua­ttrenne: «Pavese ha lavorato come un pazzo per fare quella traduzione e per moltissimi anni è stata l’unica disponibil­e. Aveva passato così tante ore su quel libro che durante il lavoro di traduzione doveva mettersi una pezzuola bagnata sulla testa come sollievo dalla fatica. Pavese era un profession­ista incredibil­e». L’iniziativa editoriale ha successo e vengono pubblicati dei grandi classici della letteratur­a internazio­nale come di Sherwood Anderson, di James Joyce, di Kafka,

L’obiettivo

«Ho subito pensato che i miei volumi sarebbero stati anche dei begli oggetti»

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Nella foto in alto da sinistra a destra Cesare Pavese, Leone Ginzburg, Franco Antonicell­i e Carlo Frassinell­i. A sinistra le copertine dei libri che furono alcuni dei primi successi della casa editrice
L’album Nella foto in alto da sinistra a destra Cesare Pavese, Leone Ginzburg, Franco Antonicell­i e Carlo Frassinell­i. A sinistra le copertine dei libri che furono alcuni dei primi successi della casa editrice

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