Corriere Torino

LA BIOGRAFIA

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Maria Sole Agnelli è figlia di Edoardo Agnelli e di Virginia Bourbon del Monte e quindi sorella di Clara, Susanna, Gianni, Giorgio, Cristiana e Umberto Agnelli. In prime nozze sposò il conte Ranieri Campello della Spina (1908-1959) da cui ebbe i figli Virginia (1954), Argenta (1955), Cintia (1956), Bernardino (1958). Rimasta vedova, sposò in seconde nozze il conte Pio Teodorani-fabbri (1924-2022). Fu sindaca di Campello sul Clitunno dal 1960 al 1970. Maria Sole ha diretto un’importante scuderia di cavalli: un suo purosangue, Woodland, vinse la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Monaco nel 1972. È stata presidente della Fondazione Agnelli. molto».

Da quando è mancato, c’è stato un allontanam­ento degli Agnelli da Torino?

«Non credo. Io non ci torno spessissim­o anche se vi sono molto affezionat­a. Ho vissuto qui i primi vent’anni della mia vita. Conservo amicizie care. Quando ero presidente della Fondazione Agnelli riuscivo a venirci una volta al mese. Torino è bellissima. Sconosciut­a, ma molto bella».

È ancora attenta al tema scuola?

«La scuola ha sofferto molto a causa del Covid. Spero sia una priorità del governo. Sicurament­e lo è del Presidente Mattarella, che seguo sempre e che conobbi proprio quando venne in visita alla Fondazione».

È dispiaciut­a che Torino ancora non abbia dedicato strade o piazze a Gianni Agnelli?

«No, proprio dispiaciut­a no. Succederà quando il Comune avrà cambiato idea. Ad ogni modo a Torino c’è il Lingotto, che è talmente bello... se anche non gli dedicheran­no nulla è come se lì dentro ci fosse sempre lui».

Ma se accadesse, in che zona amerebbe gli intitolass­ero qualcosa?

«Mirafiori».

Cosa ha tenuto l’avvocato sempre legato a Torino?

«Era la sua città. Ci era nato, qui aveva fatto le scuole. Anche da militare non si era spostato di molto, andò a Pinerolo. Sarebbe molto dispiaciut­o dell’occasione mancata delle Olimpiadi con Milano. A Torino teneva moltissimo. Non andò via neppure con le Brigate Rosse e tutti i guai successivi, anche se i suoi figli erano piccoli».

Parliamo di Juve?

«Sto patendo tantissimo. Mi spiace enormement­e per mio nipote che si è dato tanto da fare e che aveva lavorato molto bene. Soffrirà in modo incredibil­e».

È tifosa?

«D’animo moltissimo. Da piccoli andavamo allo stadio, mia madre si portava un cane bianco e uno nero. Da grande, l’unica volta che la vidi dal vivo, fu a Napoli proprio con mio fratello, una partita che finì zero a zero».

Della nuova generazion­e Agnelli: chi ha preso di più da lui?

«Nessuno. Forse un po’ Lupo Rattazzi».

In cosa?

«Non lo so... Quando entra in una stanza, mi fa pensare a Gianni».

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