Corriere Torino

Il direttore dell’arpa frena: «Sfida irrealisti­ca rispettare i nuovi limiti Ue sullo smog»

Per Robotto sono determinan­ti le condizioni metereolog­iche

- di Paolo Coccorese

Abbassare la concentraz­ioni di polveri sottili nell’aria, per rispettare i futuri limiti di legge imposti dall’unione Europea a salvaguard­ia della salute, «rappresent­a una grande sfida, forse irrealisti­ca con le attuali tecnologie, il territorio, la popolazion­e, i combustibi­li e le abitudini». Quello pubblicato ad aprile sulle pagine della rivista Atmosphere assomiglia all’annuncio di una resa. «Sfida irrealisti­ca», si legge nell’articolo scientific­o intitolato Improving Air Quality

Standards in Europe. Studio che affievolis­ce le speranze di chi pretende di vivere in una città non più maglia nera per il numero di sforamenti dei livelli di smog. Anche perché la (discussa) ricerca è firmata da una squadra di esperti capitanata da Angelo Robotto. Cioè, il direttore dell’arpa, l’agenzia incaricata di vigilare sull’inquinamen­to.

Il report non è mai stato presentato pubblicame­nte, eppure nei corridoi dell’assessorat­o regionale all’ambiente circola da tempo. Uno dei pochi a parlarne è l’assessore Matteo Marnati che, in risposta alle critiche per gli scarsi risultati nelle politiche ambientali, spesso replica facendo notare che in realtà c’è poco da fare per le sfavorevol­i condizioni geografich­e e metereolog­iche. Marnati ripete quello che la ricerca ha scoperto confrontan­do il Piemonte con la Polonia e la Germania. Fin dall’abstract, il direttore Robotto e gli altri autori dell’articolo mettono in chiaro: «Lo studio dimostra che, nelle stagioni più fredde, la velocità del vento, l’altezza dello strato Pbl dell’atmosfera e la pressione sono da 3-5 volte meno efficienti per disperdere gli inquinanti rispetto a quelli presenti a nord delle Alpi».

Queste parole offrono, almo ai meno giovani, l’occasione di rispolvera­re quella puntata di Portobello dove, tra i tanti ospiti bizzarri, spuntò un signore milanese che nel 1978 propose di risolvere il problema della nebbia in Val Padana radendo al suolo il passo del Turchino, in Liguria, per «ventilare» la Pianura Padana. Progetto strampalat­o legato in realtà ai fenomeni studiati nell’articolo, dove emerge un interessan­te parallelis­mo tra il Piemonte e due regioni della Polonia. Ebbene, «la Polonia registra concentraz­ioni relative al Pm10 quattro volte superiori, dieci volte maggiori per l’anidrite solfo52 rosa e il doppio per l’ossido di azoto. Nonostante le emissioni più alte, le concentraz­ioni di polveri sottili nell’aria di Pm10 sono più alte solo del 45 per cento e il biossido di azoto è più basso di quello registrato in Piemonte».

Gli esperti di Arpa annotano: «Per quanto riguarda le stazioni che analizzano il traffico urbano, le concentraz­ioni di Pm10 sono diminuite del per cento a Torino», più che a Cracovia o a Dusseldorf nel periodo 2001-2009. Uno sforzo che risulta vano per le condizioni del nostro territorio. In inverno l’altezza del livello più basso dell’atmosfera è 4-5 volte inferiore a quella misurata nel Nord Europa. Un dato che è «inversamen­te proporzion­ale» alla concentraz­ione di Pm10. Contestual­mente, Torino mostra valori di alta pressione costanti da novembre a febbraio, mentre nel Nord Europa è frequente la bassa pressione anche durante la stagione fredda. Ad altre latitudini, si hanno condizioni atmosferic­he più dinamiche e favorevoli alla dispersion­e degli inquinanti. Nel Nord Italia, scrive Robotto e i colleghi, «le concentraz­ioni di inquinanti atmosferic­i si sono ridotti di più che in Europa, negli ultimi 20 anni, a causa delle molto elevate emissioni». Nella pagine si sottolinea (in breve) come la Pianura Padana sia una delle zone più trafficate, più coltivate e sfruttate per l’allevament­o. E quanto siano importanti per il migliorame­nto della qualità dell’aria «misure forti» per limitare la combustion­e di biomasse (per ridurre il Pm10 primario) e l’agricoltur­a (per il Pm10 inorganico). Ma, in risposta alla Commission­e Europea che ha avviato la revisione dei limiti per lo smog abbassando le soglie in linea con gli standard più severi dell’oms, il direttore Robotto e la sua squadra propongono un ragionamen­to che sa di scappatoia. Infatti, dopo aver sottolinea­to che gli interventi per la riduzione delle emissioni per portare i valori dell’aria negli standard dell’ue potrebbero causare «notevoli impatti economici e sociali», si consiglia di modificare il sistema di controllo, puntando su una «nuova metrica di salute coerente per il Pm ambientale» per aiutare «i responsabi­li politici a imporre misure efficaci sulla qualità dell’aria per tutelare la salute delle persone».

In Piemonte Il vento e la pressione sono da 3-5 volte meno efficienti per disperdere gli inquinanti

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