Il preside dell’einstein: occupazione squadrista Gli studenti: non è così
«Questo è squadrismo fascista». Non usa giri di parole Marco Michele Chiauzza, dirigente scolastico del liceo Einstein, per raccontare, dal suo punto di vista, il secondo giorno di occupazione della succursale di via Bologna. Ieri mattina gli studenti hanno impedito l’ingresso a preside e docenti, sbarrando le porte della scuola con i cassonetti della spazzatura. Il dirigente ha chiamato la polizia e gli studenti hanno poi diffuso via social fotografie e video per documentare tensioni e violenze con presunti agenti in borghese che però devono essere ancora accertate. Chiauzza ha pochi dubbi e attribuisce tutte le colpe agli occupanti: «Gli studenti hanno occupato la scuola con la violenza, impedendo ai loro compagni di seguire le lezioni e poi tentando di bloccare all’interno chi voleva uscire». La mobilitazione era iniziata lunedì mattina e il preside aveva concesso un piano della scuola per dibattiti e assemblee. Ma l’«accordo» prevedeva che le lezioni si sarebbero tenute regolarmente. Ieri mattina, però, i cancelli sono stati sbarrati per il corpo docente e per il personale amministrativo.
«Mi sono dovuto rivolgere alle forze dell’ordine — continua Chiauzza —. Ho parlato con la Digos, mi hanno detto che avrebbero cercato il dialogo proponendo di proseguire con l’autogestione. Gli studenti non hanno accettato e a quel punto due o tre agenti in borghese, che non sono mai entrati all’interno della scuola, hanno chiesto se ci fosse qualcuno intenzionato lasciare l’istituto. Così hanno provato a creare un varco per gli alunni, tra i quali un ragazzo autistico, che è riuscito a superare il cancello solo con l’intervento delle forze dell’ordine». In quel momento si sarebbero verificate le tensioni che stanno rimbalzando sui social. Ma anche su questo punto il preside ha una sua personale chiave di lettura. Secondo Chiauzza, che già l’anno scorso si era dichiarato contrario alle occupazioni, la resistenza degli studenti sarebbe stata supportata dalla «presenza di giovani esterni». Ha poi comunicato alle famiglie di non aver più la gestione di quella sede e che gli alunni oggi non potranno seguire le lezioni. Ben diversa la versione degli studenti occupanti, intenzionati a proseguire. «Ci definisce squadristi fascisti quando è lui il primo a permettere che le istituzioni reprimano il dissenso con la violenza: già al primo incontro ci aveva detto che avrebbe chiamato la polizia», sostiene una delle rappresentanti d’istituto parlando a nome del collettivo Einstein. «Avevamo deciso di far entrare solo gli studenti per dimostrare che la scuola è prima di tutto nostra e abbiamo formato un cordone per impedire l’ingresso ai docenti, ma la vicepreside e due rappresentanti d’istituto hanno iniziato a spingere: a quel punto gli agenti sono entrati nel cortile intervenendo contro di noi — racconta —. I compagni che erano già a scuola si sono spaventati, ma non è vero che gli abbiamo impedito di uscire, anzi ho accompagnato io stessa fuori il ragazzo disabile». Rispetto alle voci che circolano, gli occupanti negano ogni forma di violenza da parte loro. «C’era chi teneva le mani alzate, le chiavi per la prima notte ci sono state consegnate dai bidelli, abbiamo documentato la violenza degli agenti con foto e video». Ieri pomeriggio all’einstein si è tenuta un’assemblea cittadina studentesca in sostegno all’occupazione, con la partecipazione di collettivi di altre scuole e movimenti. Il preside Chiauzza, candidato alle amministrative 2021 con Sinistra Ecologista, è convinto che le tensioni con la polizia siano solo provocazioni per lanciare una mobilitazione. «Forse i miei compagni di partito non saranno d’accordo, ma questi sono metodi squadristici».