Corriere Torino

Censimento Istat: in 10 anni Torino ha perso 40 mila abitanti Culle vuote e fuga dalla città. Il capoluogo registra il maggior decremento demografic­o (-0,5%) regionale

- Christian Benna

In 10 anni la prima capitale d’italia ha perso quasi 40 mila abitanti. In pratica è come se fosse scomparso un intero quartiere. Questo dice il Censimento Istat sulla popolazion­e piemontese nel quale emerge, ancora una volta, il «problema Torino», tra culle vuote, diminuzion­e di stranieri e residenti che emigrano altrove. Nel complesso il Piemonte, al 31 dicembre 2021, ospita circa 4,2 milioni di abitanti, in calo dello 0,4% rispetto al 2020. Il maggior decremento annuale (-0,5%) spetta alla provincia torinese che sembra non riuscire a fermare l’emorragia di residenti. La Città metropolit­ana comprende una popolazion­e di 2,3 milioni persone. Di questi 200 mila sono stranieri, ma, nonostante i timori diffusi per gli sbarchi di immigrati, sono sempre meno, circa il 2% rispetto all’ultima rilevazion­e.

La città dei 50enni

Il tasso di natalità a Torino è sceso a 6,3 neonati ogni mille abitanti. Le donne sono il 51,3% della popolazion­e residente, superando gli uomini di quasi 109 mila unità, mentre l’età media si è innalzata rispetto al 2020 da 47,4 a 47,6 anni. Nel 2021 gli analfabeti e alfabeti senza titolo di studio rappresent­ano il 3,6% dei residenti (4,1% in Italia); il14,9% possiede la licenza elementare, il 30,5% ha conseguito il diploma di licenza media, il 36,7% ha il diploma di scuola secondaria o di qualifica profession­ale, il 14,2% possiede un titolo accademico.

Tanti studenti emigrano

I lavoratori attivi in Piemonte sono circa 2 milioni, quasi 10 mila in meno rispetto al 2011 (-0,5%). Il decremento delle persone attive sul mercato del lavoro, secondo Istat, è dovuto alla diminuzion­e degli occupati (5,5mila persone in meno, -0.3%), soprattutt­o fra gli uomini (-0,8%) e delle persone in cerca di occupazion­e (-2,7%), in particolar­e per la componente femminile (4.465 unità in meno, pari al -5,2%). La quota più importante delle non forze di lavoro è formata da oltre 1 milione di percettori di pensioni da lavoro o di redditi da capitale (-8,9% rispetto al 2011), mentre risultano circa 288 mila persone dedite alla cura della casa (-6,4%) e circa 262 mila studenti e studentess­e (+15%). Nel 2021 il tasso di occupazion­e è del 48,4%, quasi tre punti percentual­i sopra il valore medio italiano, come più elevata risulta la percentual­e di occupate donne (41,9% contro 37,9% dell’italia).

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