Toro, prove di decollo
Nel prossimo mese, i granata affronteranno Roma, Lazio, Verona, Juve e Inter E Juric sembra avere in mano le carte giuste per stupire
❠ Juric Radonjic? Può fare anche di più in certe situazioni Ha margini di miglioramento enormi
❠ Juric Quest’anno abbiamo un centrocampo davvero molto interessante, giovane e fresco
Con entusiasmo, tante certezze in più e la giusta leggerezza: così il Toro si affaccia su un mese sicuramente complicatissimo dal punto di vista del calendario, ma allo stesso tempo stimolante. Quasi eccitante a dire il vero, in quanto esame piuttosto indicativo per iniziare a misurare crescita e reali ambizioni di un gruppo che in questo inizio di stagione ha dato concreti segnali di solidità, qualità e profondità a livello di rosa. Domenica, nella tana granata, arriva la Roma di Mourinho, Dybala e Lukaku. Tre giorni dopo, si va nella Roma laziale, quindi Verona in casa e derby il 7 ottobre. Poi, la seconda sosta internazionale, che precede la sfida con l’inter vicecampione d’europa.
Entusiasmo e leggerezza sono figli della classifica (a ridosso della zona Champions), delle prestazioni (unico passaggio a vuoto il ko di San Siro contro il Milan) e di tutta una serie di certezze tecniche costruite nelle scorse stagioni e maturate in queste settimane. I granata non hanno subito reti in tre delle quattro giornate di campionato fin qui disputate: 0-0 con il Cagliari; vittorie con Genoa (1-0) e Salernitana (3-0). Gare nelle quali hanno lasciato obiettivamente solo briciole alle iniziative offensive avversarie, esibendo una fase difensiva scintillante per organizzazione, fisicità, personalità e solidità generale.
Ha per esempio ragione Juric a valorizzare il netto successo dell’arechi contro una Salernitana che in casa non andava ko da otto gare consecutive (ultimo stop con la Lazio, 0-2, il 19 febbraio scorso). Inizia a esserci una certa personalità in un Toro vincente in 5 delle ultime 6 trasferte di serie A: 11 gol fatti e zero subiti nelle scorribande lontano da casa; in mezzo solo il duro ko (4-1) contro il Milan.
Juric preferisce volare basso («pensiamo a far il massimo possibile senza fissare obiettivi precisi»), ma oggi ha in mano una rosa decisamente importante, un gruppo che l’altra sera ha assorbito con facilità ed efficacia assenze pesanti come quelle di Vlasic, Vojvoda, Ilic, Zima e Djidji.
Ci sono due titolari veri per ruolo. In difesa, alle spalle del blocco Schuurs-buongiorno-rodriguez, vanno sicuramente recuperati al più presto Zima e Djidji, ma è forte anche la curiosità attorno al 21enne georgiano Saba Sazonov e al 20enne francese N’guessan, già pronti (soprattutto il primo) per il grande salto. «Noi abbiamo un centrocampo molto interessante, giovane e fresco - dice poi Juric -. E l’inserimento di Tameze ci dà quella sostanza che mancava negli anni passati. Ricci? Ha già continuità di rendimento e capisce tante cose, deve continuare così». E in effetti nel cuore del campo il Toro ha caratteristiche da squadra importante: oltre a Tameze e Ricci (crescita impressionante a livello di leadership per l’ex Empoli), ci sono Ilic, Linetty e Gineitis. Ben presidiate anche le fasce: a destra Bellanova e Soppy, a sinistra Vojvoda e Lazaro; fisicità, gamba, esperienza e pure tecnica e imprevedibilità, soprattutto nel caso di Lazaro. Sulla trequarti, fa oggi la differenza l’esplosione di Radonjic (3 gol nelle ultime due gare), e i vari Vlasic, Karamoh e Seck garantiscono a loro volta ogni tipo di soluzione tattica negli ultimi 30 metri di campo. Si arriva così al gruppo dei «9»: Zapata, Sanabria e Pellegri, roba da Champions al netto di guai fisici.
Insomma, giusto mantenere i piedi per terra, ma Juric al terzo anno del suo mandato ha materiale per divertirsi sotto tutti i punti di vista. E in un certo senso ha l’obbligo almeno di provare ad alzare l’asticella.