«Ora le Finals e Parigi»
Chiacchierata con Andrea Vavassori, rientrato dall’australia dopo la sua prima finale in uno Slam, in coppia con Bolelli Il torinese è ora numero 27 Atp in doppio
Andrea Vavassori, numero 27 del mondo in doppio, ha vissuto in Australia un inizio di stagione da sogno. Lo stesso che aveva da bambino quando prese in mano la racchetta da tennis a soli tre anni, seguendo le tracce di famiglia, tennistiche per parte di padre (maestro nazionale FITP), e sportive in genere, da generazioni. Immaginava, un giorno, di poter giocare un torneo dello Slam, magari anche di salire in alto, arrivare in finale e sollevare il trofeo. Sogno quasi realizzato in Australia: finale in doppio, a fianco di Simone Bolelli; sconfitta di misura, maturata solo per piccoli dettagli, contro la coppia più forte del mondo, composta dall’indiano Bopanna e dall’australiano Ebden. Motivo in più per continuare a sognare: «Certo – risponde il torinese, classe 1995 – perché in fondo al cuore ci ho sempre creduto, supportato
«La classifica conquistata ci permette di entrare nei tabelloni principali dei Masters 1000 e degli Slam»
da mio padre, dal mio team e ovviamente dal mio compagno di avventura. A caldo un po’ di delusione per la sconfitta l’abbiamo provata, ma ora è decisamente maggiore la soddisfazione per l’impresa compiuta. Siamo partiti in sordina, poi siamo cresciuti match dopo match. I nostri meccanismi si sono perfezionati e questo ci fa ben sperare in ottica stagionale. Ora possiamo entrare nei Masters 1000 e negli Slam, quindi fare ancora punti avendo ben presenti gli obiettivi 2024». Fissati traguardi giustamente ambiziosi: «Arrivare alle nella mia Torino – prosegue Vavassori –, e partecipare alle Olimpiadi di Parigi. L’italia ha diritto a convocare sei giocatori tra singolare e doppio e noi siamo pronti a rispondere alla chiamata. Dipenderà anche dal capitano azzurro».
A proposito di tricolore,
Andrea Vavassori sarà ricevuto domani al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con i suoi compagni di nazionale: «Sono molto contento per questa convocazione “speciale”, perché a Bologna ero stato chiamato per scendere in campo in doppio, sempre con Bolelli, ma un infortunio subito alcuni giorni prima nel Challenger di Genova me lo aveva impedito». In questi giorni Andrea Vavassori si allena al CT Pinerolo del presidente Lanfranco Vittone, circolo nel quale il padre è direttore: «Poi farò la trasferta sudamericana – Cordoba, Buenos Aires e Rio – nella quale giocherò anche le qualificazioni in singolare, poi i 1000 americani (Indian Wells e Miami) prima di tornare in Europa per la stagione sulla terra».