I menu proposti da Manuel Bouchard, del ristorante Antinè di Barbaresco E da Otto Lucà, del Langotto di Novello
«Ho fatto l’uovo!», un laboratorio per creare
Le Langhe, un territorio internazionalmente conosciuto per i suoi vini, il tartufo Bianco d’alba e per la sconfinata cultura gastronomica. Tra i tanti locali più noti abbiamo deciso di raccontare due chef che hanno scommesso su due differenti proposte, che vanno oltre la tradizione langarola.
Inizia la sua carriera di imprenditore molto giovane, a 26 anni. Ha mosso i primi passi in locali di un certo prestigio: da Villa Crespi al Trussardi alla Scala, per citarne un paio. Segue l’apertura del Tota Virginia a Serralunga d’alba. Tramite alcuni colleghi scopre che i precedenti proprietari de l’antinè erano intenzionati a cedere il locale. Così, a inizio 2014, si butta a capofitto in questa nuova avventura, a Barbaresco. Con lui, la sua compagna e Restaurant manager, Monica Moschetti. «L’antinè ha una proposta di cucina piemontese moderna. È stata una mia scelta pensare a piatti che prendessero spunto dalle ricette piemontesi e di conseguenza a tutta una serie di ingredienti 100% originari di questa regione o che storicamente si potevano trovare in Piemonte», ci racconta lo chef. Dal pesce d’acqua dolce, al merluzzo e le acciughe. «La modernità però non deve stravolgere l’idea di tradizione: ad esempio, una Lingua al Bagnetto rosso deve sapere di Lingua al bagnetto, anche nell’interpretazione contemporanea. Abbiamo in carta i Rabaton, con i clienti che stupiti chiedono che origine abbia il piatto, nonostante Alessandria sia a pochi km da qui», ci confessa. Il menu cambia abbastanza sovente, alcuni piatti sono fissi, la sostituzione avviene per gli ingredienti stagionali, primizie, verdure, ortaggi. I fornitori? «Assolutamente locali, il primo passo per costruire un percorso di qualità. La materia prima è l’abc», ci confessa Bouchard.
Lo chef Manuel Bouchard ha mosso i primi passi in locali di un certo prestigio: da Villa Crespi al Trussardi alla Scala
Originario dell’alta Langa a 18 anni parte per la sua prima, importante, esperienza. Sceglie la Francia e più precisamente l’alsazia dove rimarrà per circa 6 anni. Tornato in Itasto
Una delle proposte dello chef Manuel Bouchard all’antinè
lia viene contattato da Alfredo Russo del Dolce Stil Novo. A Torino, I Birilli del duo Ferrarichiambretti, lavoro che gli ha permesso di prendere le misure con la gestione di un locale, prova che mancava al suo background personale. Il Langotto nasce a Novello il 14 ago
2020, data non semplice per Luca e la sua compagna Elisa, con lui in questa avventura. «Nonostante le difficoltà non ci siamo persi d’animo. Abbiamo lavorato bene, siamo molto soddisfatti dei risultati», ci racconta Otto. Fornitori prevalentemente locali. La carne, ad esempio, dalla macelleria Boasso di Gallo-grinzane; le trote di Agritrutta; le lumache di Paolo Bove a Bricco Merli. Dalla collaborazione con Bove è nato lo Spaghettone di Pasta Bossolasco, con il frutto di terra, le lumache, che hanno sostituito le vongole. Poi il Croque Monsieur all’italiana, Gusto Lasagna, con il pane al posto della pasta. «Sono dell’idea che non bisogna mai dimenticare dove ci si trova. Mangio bene in tanti posti, ma durante i miei viaggi cerco luoghi che trasmettano emozioni», ci confida lo chef. La Zuppa di cipolle gratinata, comme il faut (come si deve), cotta a regola d’arte, con il fondo di vitello, servita nella zuppiera Tête de Lyon. Il Vitel tonné, fondo di vitello al limone, foglie di cappero’ un’interpretazione della ricetta tradizionale. «Partiamo sempre da un gusto conosciuto e cerchiamo di renderlo contemporaneo».
Da Barbaresco a Novello pochi chilometri separano i due chef e due idee di cucina così diverse e interessanti, due diverse interpretazioni dello stesso territorio.
Sopra, il ristorante Langotto a Novello. Fornitori prevalentemente locali: la carne, ad esempio, dalla macelleria Boasso di Gallo-grinzane; le trote di Agritrutta; le lumache di Paolo Bove a Bricco Merli
Ho fatto l’uovo! Si chiama così il laboratorio ideato da La Perla di Torino per realizzare un uovo personalizzato con le proprie mani. Nel weekend del 22, 23 e 24 marzo il team del brand torinese, capitanato dal pastry chef Filippo Novelli, accoglie gli ospiti negli spazi di Lungo Dora Colletta 81 e li guida nella realizzazione del proprio uovo di Pasqua, unico per gusto, decorazioni fatte a mano e sorpresa, che è possibile portare da casa per rendere unica la propria creazione. Le prenotazioni sono state talmente tante che si stanno aggiungendo nuove fasce orarie per far fronte alle richieste. Il che conferma che l’uovo di cioccolato rimane il simbolo più iconico della Pasqua, a cui non rinunciano nemmeno gli adulti. Ed è un piacere in più farselo da sé, aggiungendo tocchi personalizzati e la sorpresa giusta scelta con cura, il tutto con un cioccolato di gran qualità. Il laboratorio dura un’ora e mezza ed è aperto ad adulti e ai bambini e alle bambine a partire dagli 8 anni per lavorare guidati ma in autonomia (ogni partecipante ha a disposizione un uovo di cioccolato da decorare, tariffa 30 euro). Bambini e bambine fino a 7 anni possono decorare il loro uovo insieme a un adulto che li accompagna (30 euro per junior e accompagnatore). Prenotazioni per mail a info@laperladitorino.it
Lo chef Otto Lucà a 18 anni lascia l’italia per la Francia scegliendo l’alsazia, dove rimarrà per circa 6 anni
Da Barbaresco a Novello pochi chilometri separano i due chef e due idee di cucina così diverse e interessanti