Medici, sindaci e orfani del centro: nasce la lista civica del presidente Così il governatore punta al 10%
Tra i promotori anche Fagioli. Tanti sono di Azione
L’obiettivo è ambizioso. Alberto Cirio lo avrebbe rivelato ai suoi più stretti collaboratori proprio in questi giorni, dopo aver fatto testare la sua creatura ai sondaggisti: arrivare almeno al 10% con la lista civica del presidente. Così da arrivare a un doppio traguardo: affermarsi personalmente, senza dover rendere conto ai partiti del centrodestra, a cominciare dai super favoriti Fratelli d’italia; e allargare il perimetro della coalizione a quell’elettorato «moderato» e «liberale» che non voterebbe mai per Meloni o per la Lega di Salvini.
Per raggiungere lo scopo il presidente uscente schiera una lista di medici — tanti medici —, sindaci di tutto il Piemonte e centristi orfani delle formazioni del terzo polo. Una squadra agguerrita che correrà sotto le insegne blu della formazione «Cirio presidente», il cui simbolo è stato reso pubblico ieri, e che nasce sotto gli auspici di madrine e padrini di alto profilo, come Franca Fagioli, primaria all’ospedale Regina Margherita, l’oncologa alessandrina Paola Varese, il numero uno dei medici di famiglia Roberto Venesia, il segretario della federazione dei pediatri Giuseppe Palena, l’ex direttore dell’ospedale di Novara Mario Minola e Michele Colaci, presidente nazionale di Confapi Salute. Non tutti, ma molti di loro saranno candidati. Così come i rappresentanti del mondo del volontariato, della sanità e dei sindaci del territorio: da Silvio Magliano dei Moderati a Enrico Delmirani di Torino Bellissima, da Gian Luca Vignale di «Piemonte nel cuore» a Vittorio Montabone per la formazione cattolico-popolare di Giorgio Merlo, fino a Rita Ladu di Azione. Della formazione di Calenda fanno parte anche Antonio Zacchera, imprenditore del Vco, e Luigi Fiorio, ex sindaco di Asti. Tra i promotori anche il presidente della provincia di Cuneo Luca Robaldo e il sindaco di Asti Maurizio Rasero. L’obiettivo comune: «Allargare il consenso al di fuori dei partiti di centrodestra».