L’arte Informale arriva all’ombra della Mole
Èil momento dell’informale, che piace a molti. Agli appassionati come ai piccoli e grandi collezionisti, a coloro che frequentano i musei e le gallerie ma anche a chi si sta avvicinando all’arte degli anni 50 (e primi 60), tentando di capire quel momento storico e quasi perfetto nel quale molti artisti passano dalla pittura figurativa all’astratta. È il decennio di grandi nomi internazionali come Hartung, il gruppo Gutai, Asger Jorn, Riopelle, Tàpies, Mathieu, Soulages, Vedova, Burri, Fontana... E Torino, all’epoca una delle capitali internazionali dell’arte d’avanguardia, ha nomi locali di tutto rispetto che ora stanno vivendo un momento di grande riscoperta sia da parte del mercato che dei musei.
Prova ne sono la bella mostra Torino anni ‘50. La grande stagione dell’informale in corso al Museo Accorsi-ometto e la personale Omaggio a Piero Ruggeri, fino al 20 aprile alla galleria Biasutti & Biasutti (via Bonafous 7L). Qui sono esposte 13 opere, tra cui 8 tele di varie dimensioni e 5 opere su carta appartenenti a un arco temporale che va dal 1956 di Natura morta grigia alle più recenti opere su carta dei primi anni duemila. È proprio nella natura morta del 1956 che ancora si intravede il suo percorso di artista figurativo (una bottiglia qui, un ortaggio lì, ma sarà veramente un ortaggio?) formatosi nella Torino dei Sei, che definivano le tendenze artistiche cittadine. Tutto il talento di Ruggeri (Torino, 1930-2009), oggetto di un rinnovato interesse, è espresso in opere completamente informali come Omaggio a Charlie Parker (1957) che lui, grande appassionato di musica jazz, dedica al sassofonista e compositore statunitense. Ed è in occasione di un concerto torinese di Parker che i due si conoscono e Ruggeri gli dà ospitalità nel suo studio. Studio per due figure nel paesaggio (1958) lascia intravedere certa produzione di Burri degli stessi anni (ma senza lo studio dei materiali), mentre il grande (150x200 cm) Studio per il martirio di San Matteo (1958-60) immerge l’osservatore in quella realtà artistica così caratteristica del decennio, nel quale il martirio in questione è percepito e non dipinto. Interno rosso con figura (1984) appartiene invece alla sua produzione più tarda ed è la prova che, nonostante i cambiamenti di gusto e di mercato, Ruggeri negli 80 è ancora in grado di proporre il suo «informale» in modo personale. Da non perdere anche l’enorme (220 x 200 cm) Iridescenze 2 del 1976. Di grande suggestione e qualità.